E-reputation manager e le nuove professioni del Web

di Teresa Barone

5 Febbraio 2013 09:00

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Sono sempre di più le nuove professioni legate al Web anche in ambito manageriale, in grado anche di far aumentare il PIL.

È dal Web che nascono le professioni del futuro, anche in campo manageriale: una di queste è quella svolta dall’e-reputation manager, che si occupa di interpretare sia i comportamenti sia le espressioni usate dagli utenti della Rete, trasformando poi questi dati in cifre sensibili per le aziende.

Una figura che diventa sempre più indispensabile nel panorama aziendale nazionale, e che richiama l’attenzione sulla vastità di Internet come terreno fertile per la nascita di nuovi mestieri, di professioni innovative che non solo richiedono nuove competenze, ma che si basano su continui aggiornamenti per stare al passo con i tempi.

L’e-reputation manager si occupa di monitorare la publicy per le aziende, ha notevoli capacità di gestione degli elementi linguistici e semantici propri del Web, che diventano per lui dati da interpretare. Una figura che lavora a stretto contatto con il Community manager e con tutti coloro che ruotano intorno al concetto di Web reputation.

Se dal Web sono nati oltre 700mila posti di lavoro negli ultimi 15 anni, contribuendo ampiamente alla crescita del PIL italiano, è anche vero che in Italia le potenzialità occupazionali del Web non sono state che appena sfruttate.

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Questa è la teoria di uno studio condotto nel 2011 dal McKinsey Global Institute, secondo il quale nella penisola  il pieno uso dei social media e la diffusione dei dispositivi mobili è abbastanza recente. Ipotesi confermata anche nel recente volume di Giulio Xhaet, esperto di comunicazione e nuovi media:

«Il pieno sfruttamento del potenziale di Internet potrebbe alimentare un apporto apprezzabile al PIL nazionale, visto che tutte le forme di business si stanno trasferendo verso il digitale. Se l’Italia nel 2010 fosse stata in grado di arrivare alla stessa diffusione Internet della Francia godremmo ora di circa 200 mila occupati in più. Già adesso si contano varie iniziative imprenditoriali di successo e start up con numerosi goal: non è solo una moda».