Benessere in azienda, dipendenti più produttivi

di Teresa Barone

14 Marzo 2013 11:00

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Tutti i benefici delle politiche aziendali mirate a favorire il benessere dei dipendenti. Ma le aziende italiane sono indietro?

Quanto conta il benessere organizzativo in azienda? Quali sono i benefici per i lavoratori e i vantaggi per il business? Si è discusso dell’argomento nel corso di un convegno organizzato dalla scuola di formazione del Gruppo Bosch (TEC), in collaborazione con Randstad, Sodexo e Technogym.

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“Benessere Organizzativo & Produttività Aziendale”, questo il titolo del meeting che ha coinvolto numerose realtà del mondo istituzionale, come il Ministero del Lavoro e l’Assessorato al Benessere del Comune di Milano, ma anche grande grandi aziende come BASF, Juventus Football Club, MTV e Pirelli, protagonisti di seminari e dibattiti che hanno focalizzato l’attenzione sull’importanza del benessere dei collaboratori per favorire la produttività aziendale.

«Il benessere organizzativo è una condizione fondamentale per l’aumento della produttività aziendale. Ma perché ci sia benessere in un’organizzazione è necessario il sussistere di tre condizioni. Innanzitutto, è importante che l’azienda crei profitto, perché in assenza di questo nel lungo periodo gli interventi sul benessere organizzativo non possono portare ai risultati sperati. Inoltre, è importante che ci sia matching tra la cultura aziendale e quella delle persone che lavorano nell’organizzazione, un elemento che poniamo sempre al centro quando come Randstad operiamo nella selezione del personale. Infine, è determinante la governance dell’azienda, per far funzionare adeguatamente i processi in azienda esprimendo uno stile di leadership che sia riconosciuto dai lavoratori. »

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Questo il commento di Marco Ceresa, Amministratore Delegato Randstad Italia, che ha individuato i tre ingredienti fondamentali per favorire il benessere organizzativo. Ma qual è la realtà delle aziende italiane? Secondo Paolo Corno, Direttore Commerciale di Sodexo Motivation Solutions, le grandi imprese della penisola non hanno ancora adottato politiche di welfare volte a potenziare il benessere e la salute dei dipendenti, fatta eccezione per pochi casi specifici.

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La valorizzazione delle risorse umane, anche attraverso l’erogazione di servizi volti a favorire il benessere e ridurre i rischi di stress lavoro-correlato, deve rappresentare una delle principali priorità per ciascuna azienda, come ha sottolineato l’Amministratore Delegato di Bosch Gerhard Dambach.

«Un’azienda deve impegnarsi costantemente nella costruzione di un ambiente di lavoro sereno e collaborativo. Il management deve essere in grado di guidare e motivare il proprio team, affidare obiettivi stimolanti e adottare nuovi approcci. Tutto questo per evitare lo stress negativo e contribuire al miglioramento della vita lavorativa e personale.»