La delicata arte del feedback

di Chiara Basciano

29 Marzo 2013 10:30

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Un feedback dato in maniera errata può incidere sul benessere dei collaboratori, ma anche sul business. Ecco qualche consiglio.

Quando si tratta di fornire un feedback ai propri dipendenti, ogni manager sa che se da un lato un elogio sarà sempre e comunque ben accetto da parte di ogni componente della squadra, dall’altro è molto più complesso esprimere una critica nei confronti di qualcuno senza innescare un effetto boomerang che finisca per ritorcersi sul manager stesso. E conseguentemente sul business.

Una ricerca del professor Andrew Miner nel 2005 aveva messo in luce proprio come un impiegato reagisca con una forza sei volte più grande alle osservazioni negative del boss rispetto a quelle positive, per cui la cautela da usare nel caso di una critica deve tenere conto anche di fattori psicologici come questo. Tanto che da evitare assolutamente sono quelle critiche che possano apparire gratuite o immotivate, magari dettate dalla pressione del momento o da quel desiderio di perfezione che porta a vedere il piccolo difetto rispetto alla buona impostazione di un lavoro.

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Concentrarsi quindi sul valore effettivo e pratico che può avere la critica può essere un buon passo avanti. Qualora i correttivi che ci si aspettano dopo un feedback negativo siano meno importanti del cattivo umore del membro della propria squadra, allora forse c’è da pensarci bene prima di aprire la bocca. Anche perché non bisogna mai scordare come la critica debba necessariamente sempre essere orientata a un miglioramento e un’evoluzione della situazione esistente. È la strategia, bellezza!

E se infine proprio è necessario mettere in chiaro alcuni punti, non bisogna mai dimenticare di farlo alla larga dagli occhi degli altri collaboratori. Nulla infatti può essere più umiliante che venir ripresi di fronte ai propri colleghi.