Sfatati alcuni miti sullo stress

di Chiara Basciano

22 Aprile 2013 13:00

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Lo stress visto sotto un?altra luce: la visione della professoressa Dana Becker del Bryn Mawr College in Pennsylvania.

Uno studio della professoressa Dana Becker del Bryn Mawr College in Pennsylvania, autrice del libro “One nation under stress: the trouble with stress as an idea”, sfata alcuni miti sullo stress, con qualche sorpresa davvero interessante.

Come nel caso della correlazione tra livello di stress e esposizione alle malattie, che aumenterebbero di pari passo. La ricercatrice, citando uno studio di Suzanne Segerstrom e Gregory Miller, mette invece in luce come il funzionamento del sistema immunitario sia sufficientemente flessibile per gestire anche quantità grandi di stress, senza che ciò aumenti il rischio di contrarre malattie.

Si dice poi che lo stile di vita possa ridurre lo stress, ma la Becker mette in chiaro come qualsiasi attività, da quella fisica all’alimentazione fino a un buon sonno, non faccia altro che alleviarne i sintomi, e che senza una ricerca accurata delle cause, e un intervento su di esse, i risultati saranno solamente parziali, e temporanei.

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Altra correlazione data per scontata e invece messa in dubbio dalla ricercatrice è quella tra esposizione ad eventi traumatici e disturbo post traumatico da stress. Se è vero che il 60% degli adulti americani ammette di aver avuto almeno un trauma, è la tesi della Becker, il disturbo post traumatico da stress ha un’incidenza che si aggira tra il 6,8 e il 7,8%.

Per quel che riguarda le differenze di genere, poi, a lungo si è stati convinti che le diverse risposte dei due sessi allo stress fossero collegate al rilascio dell’ormone ossitocina. Recenti studi hanno anche qui dimostrato come le differenti risposte femminili allo stress non fossero correlate alla genetica o a questioni ormonali, anche se la Becker riconosce comunque come ci sia una netta differenza nella risposta tra maschi e femmine.

Tanto che reputa strategico concentrarsi finalmente sull’eliminazione delle cause dello stress al femminile sui luoghi di lavoro, spesso erroneamente messo in correlazione con una sorta di conflitto tra lavoro e famiglia. Niente di più falso secondo la Becker, che punta il dito contro un’organizzazione del lavoro pensata per gli uomini, con la moglie a casa a occuparsi dei figli. «Se si intervenisse di più su cose di cui le donne potrebbero beneficiare, come ad esempio la flessibilità sul lavoro – il pensiero della Becker – questo ridurrebbe notevolmente il loro livello di stress».