Per i recruiters è fondamentale valutare le abilità dei candidati al lavoro di squadra già in fase di colloquio, scandagliando la predisposizione degli aspiranti nuovi assunti al team work.
Saper lavorare in gruppo senza far prevalere le ambizioni personali compromettendo il buon esito del progetto: questa è la caratteristica indispensabile per un ottimo team player, qualità che – secondo una recente ricerca promossa da Robert Half – rappresenta anche un requisito essenziale per ottenere una promozione.
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Ma quali sono le domande che svelano questa attitudine? Ecco una serie di quesiti da porre ai candidati.
Per prima cosa è opportuno chiedere all’aspirante neo-assunto di illustrare un progetto del quale ha fatto parte, soffermandosi sul ruolo svolto e sulle caratteristiche che ne hanno decretato il successo. Il candidato, inoltre, potrebbe impegnarsi nel descrivere una o più situazioni passate nel corso delle quali il lavoro in team si è rivelata la migliore soluzione per risolvere un problema o conseguire un obbiettivo particolarmente difficile.
Un’altra valida tecnica di valutazione consiste nell’indagare sulle esperienze professionali del candidato concernenti la collaborazione tra due team differenti: spesso, infatti, saper lavorare in squadra significa anche interagire con un o più gruppi della stessa azienda o di aziende diverse.
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È importante, infine, indagare sugli eventuali “fallimenti” che possono aver caratterizzato uno o più progetti basati sulla collaborazione tra più membri del team: quali sono state le cause? Perché non è stato possibile raggiungere l’obiettivo finale? Saper focalizzare l’attenzione sui nodi cruciali del progetto, come anche la capacità di imparare dagli errori compiuti anche se non in prima persona, rappresentano qualità fondamentali che un team player deve possedere.