In un’epoca contrassegnata dai mutamenti dettati dal progresso tecnologico, anche il concetto di leadership non può permettersi di rimanere statico e deve adeguarsi ai nuovi mezzi di comunicazione e al nuovo assetto lavorativo. Non basta più, insomma, avere buone capacità interpersonali per essere un buon leader, ma è d’obbligo aggiornarsi e saper utilizzare al meglio i nuovi strumenti.
Nell’era del telelavoro, del crowdsourcing, limitarsi alle relazioni interpersonali sarebbe anacronistico. Meglio quindi, nelle fasi di assunzione, formazione, definizione delle strategie aziendali, fissare degli obiettivi irrinunciabili per la cultura aziendale, utilizzando la forza dei nuovi strumenti tecnologici e facendo quello che Keith Murnighan consiglia nel suo libro “Do Nothing: How to Stop Overmanaging and Become a Great Leader”, ovvero limitarsi a facilitare il lavoro dei collaboratori e dirigerlo.
Sempre più spesso infatti si hanno testimonianze di aziende che intraprendendo questa strada hanno reso molto più solida la propria cultura aziendale, non tanto affidandosi alle capacità interpersonali del leader, quanto piuttosto fissando degli obiettivi chiari e assumendo, formando e premiando (in caso di successo) il personale in funzione di quegli obiettivi.
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Si stanno aprendo nuove prospettive nell’esercizio della leadership, che prevedono, come spesso ripetuto, una maggiore autodeterminazione da parte di coloro che materialmente svolgono il lavoro. Se avete una forte tendenza alle relazioni interpersonali continuate a coltivarle, ma non dimenticatevi che il mondo moderno, e globale, richiede che oggi la leadership si esprima anche considerando le fasi di assunzione, formazione, definizione degli obiettivi, senza dimenticare l’apporto massiccio della tecnologia. Personalizzare al massimo questa fase di cambiamento potrebbe essere la migliore delle soluzioni.