Precarietà e mobbing principali cause di stress

di Teresa Barone

15 Maggio 2013 08:00

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Per la maggior parte dei manager e degli impiegati a causare stress sul lavoro sono precarietà, mobbing e poca chiarezza dei ruoli in azienda.

Lo stress lavoro-correlato colpisce sempre più lavoratori in Europa, e l’Italia sembra far parte della rosa di paesi dove questo stato di malessere è maggiormente diffuso: lo afferma l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (Eu-Osha) tirando le somme di un’indagine condotta su circa 17mila cittadini del vecchio continente.

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Il rapporto “European Opinion Poll on Occupational Safety and Health”, che ha preso in considerazione il lasso di tempo compreso tra il novembre 2012 e il febbraio 2013, ci informa riguardo le principali cause di stress segnalate dai soggetti intervistati, in grado di minare il benessere e la serenità di molti lavoratori appartenenti ai livelli dirigenziali e non.

Dalla ricerca, infatti, si evince che sette italiani su dieci ritengono lo stato di precarietà, la mancanza di sicurezza e la riorganizzazione aziendale principali responsabili dello stress in ambito lavorativo.

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Tra le cause compare anche il troppo carico di lavoro, menzionato dal 65% degli intervistati, seguito dalla mancanza di chiarezza dei ruoli e delle mansioni, e dalla carenza di sostegno da parte dei colleghi.

Per il 62% dei soggetti coinvolti nel sondaggio, invece, è il mobbing a provocare stress, come anche la mancanza di flessibilità e la conseguente carenza di autonomia in ufficio. A essere consistente, inoltre, è anche la percentuale di lavoratori che segnala una elevata incidenza del fenomeno stress-lavoro correlato nelle aziende nazionali, pari al 55%, sebbene per il 60% degli interpellati i responsabili delle risorse umane hanno la capacità e i mezzi per far fronte al problema.

Questa percentuale è nettamente superiore alla media europea, come afferma il direttore dell’Eu-Osha, Christa Sedlatschek:

«Il 41% dei lavoratori in Europa dichiara che lo stress lavoro correlato non viene gestito adeguatamente sul luogo di lavoro e, fra questi, il 15% ritiene che sia gestito in modo “del tutto inadeguato”. Siamo molto attenti a come affrontare i rischi psicosociali come lo stress lavoro correlato. L’anno prossimo lanceremo la nostra campagna Ambienti di lavoro sani e sicuri sul tema “La gestione dello stress lavoro correlato”. Il messaggio da trasmettere alle aziende europee di dimensioni e settori diversi è che i rischi psicosociali possono essere gestiti in modo logico e sistematico, esattamente come altri problemi correlati alla salute e alla sicurezza”.»