Una moda che viene dall’estero, ma che sta prendendo piede anche nel nostro paese quella di proporre all’aspirante manager un colloquio di lavoro che non si svolge tra le quattro pareti di un ufficio, ma che invece si dipana tra una buca e l’altra di un campo da golf, tra un game e l’altro a tennis, oppure ancora tra una virata e l’altra su una barca a vela.
Per tentare di capire quali siano le motivazioni alla base di queste scelte, possono essere utili le parole di Giovanna Brambilla, fondatrice e amministratore delegato di Value Search, che conferma come «i manager, per trovare un nuovo lavoro, si devono preparare anche a incontri conviviali e sportivi: imparare a giocare a golf, a tennis o a fare immersioni. Queste saranno le occasioni per colpire il selezionatore e dimostrargli anche le buone capacità interpersonali».
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«In questi contesti non convenzionali – prosegue la Brambilla – i manager possono dimostrare le proprie attitudini relazionali, la capacità di fare e lavorare in team e il problem solving. L’ambiente è più complesso e le imprese sono diventate molto più selettive: vogliono essere certe di assumere non solo il manager più preparato, quello che ha le esperienze e competenze richieste, ma anche quello che meglio si adatta all’ambiente di lavoro nel quale si trova ad operare, quello che meglio dimostra di saper gestire il proprio lavoro, le relazioni con il team, ancora meglio se capace di motivare il gruppo a divenire più coeso, produttivo e creativo».
Preparatevi dunque, cari aspiranti manager, a mostrare durante un colloquio di lavoro anche lati della vostra personalità che difficilmente potrebbero venire fuori stando “al sicuro” in un ufficio. E se doveste soffrire maledettamente il mal di mare, almeno preparatevi adeguatamente per una bella partita a golf.
