La carriera di una donna spesso rischia di finire in secondo piano dopo la maternità, è un dato accertato dall’Istat.
Eppure non è un problema di scarsità di interesse da parte delle donne nei confronti del lavoro, non si tratta di un spostamento delle priorità, ma di una difficoltà accertata a gestire vita di madre e vita di lavoratrice. Se le condizioni fossero più gestibili molto donne potrebbero avere una vita soddisfacente, senza sentirsi mancanti in uno dei due ambiti.
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Dalla recente ricerca condotta da Regus, inoltre, risulta che anche le aziende si rendono conto dell’importanza di mantenere al loro posto di lavoro le madri lavoratrici e per questo si stanno cercando sempre di più soluzioni per una gestione più agile. In particolare, essendo molto apprezzate le capacità di multi tasking e di problem solving che la maternità sviluppa, le aziende tendono a reintegrare sempre di più le donne dopo il congedo di maternità.
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Tra le strategie più utilizzate per facilitare la vita delle madri ci sono: gli orari flessibili, la possibilità di lavorare più vicino a casa (elemento che viene dichiarato indispensabile per il 44% degli intervistati), i ruoli part-time (che viene indicata come soluzione per il 42%) e la scelta delle videoconferenze, laddove possibile, in sostituzione dei viaggi.
Celia Donne, Global Operations Director di Regus dichiara: «I dati evidenziano che in alcuni paesi la mancata partecipazione delle donne nell’economia costa ben il 27% pro capite del PIL e come le aziende con un numero maggiore di donne siano più produttive e profittevoli; possiamo quindi ritenere che per le aziende sia giunta l’ora di affrontare la questione e definire come adattare le loro prassi per rispondere meglio alle esigenze delle madri lavoratrici».