Alcuni manager compiono degli errori comuni nel parlare con il proprio dirigente: alcuni hanno paura di esporsi, il che li rende degli zerbini, altri invece sono eccessivamente provocatori e polemici e si danno una zappa sui piedi da soli. Nel tentativo di trovare una via di mezzo, ecco alcuni consigli su quelle cose da non dire al proprio superiore.
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“Come faccio a farlo?”: quando il vostro capo vi chiede di fare qualcosa, si dovrebbe rispondere “certo, può contare su di me”. Anche infatti se non si conosce il metodo per portarla a termine ci si dovrebbe impegnare per capire come farla.
“Non ho tempo” è una frase da evitare: nessuno ha mai del tempo per cose accessorie, ma se il proprio superiore le chiede, bisogna capire quando sono importanti e qual è la loro priorità. Se è alta, bisognerebbe trovare quel tempo, altrimenti spiegare le motivazioni che vi spingono a rifiutare.
“No”. È difficile pensare a una situazione in cui è una buona idea dire no al proprio capo. È consigliabile magari porgli domande, negoziare oppure rimandare. Inoltre evitare di dire “non sono stato io, ma è stato un altro“: essere manager significa essere responsabili della gestione di un team e quindi sarà colpa vostra se un determinato compito non è andato bene. Assumetevi la responsabilità tuttavia spiegando al capo quali difficoltà sono state incontrate.
“Quella persona è un idiota“: che si tratti di un collega, di un dipendente, di un cliente o di un fornitore, non si deve mai pensare nemmeno per un solo minuto che si ci può sfogare con il boss come se fosse il proprio compagno di classe, altrimenti correrete il rischio di sembrare meschini, irrispettosi o critici nei confronti di qualcuno che in quel momento non si può difendere e, soprattutto, che può essere importante per l’azienda.
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