Conciliare lavoro e maternità: parlano i manager

di Teresa Barone

5 Giugno 2014 09:00

logo PMI+ logo PMI+
Lavoro femminile e maternità, tra programmi di conciliazione e criticità organizzative: Manageritalia ha interpellato i manager.

Non sono poche le aziende che portano avanti concrete iniziative a favore della conciliazione tra lavoro e famiglia, tra carriera femminile e maternità, tuttavia la stragrande maggioranza dei manager ammette l’esistenza di problemi organizzativi non trascurabili.

=> Scopri le migliori aziende rosa del 2014

Secondo una ricerca promossa da Manageritalia, in collaborazione con AstraRicerche e Edwi Hr, ammonta all’84,1% la percentuale dei manager che sottolinea come la maternità di una lavoratrice donna causi una serie infinita di criticità organizzative in grado di arrecare non pochi disagi.

Non si parla di costi a carico dell’azienda o di un calo di rendimento della neomamma che torna a lavoro, ma di difficoltà organizzative segnalate da più di otto manager su dieci su un campione di 636 dirigenti interpellati.

L’indagine, inoltre, mette in evidenza l’opinione dei manager per quanto concerne le possibili soluzioni al problema continuando a favorire il lavoro femminile e tutelando la produttività in azienda: per il 94,3% degli intervistati è necessario migliorare la gestione dell’assenza studiando un’organizzazione ad hoc, mentre l’88,8% ritiene opportuno smorzare le possibili tensioni in azienda.

Un buon 81,4%, inoltre, sottolinea la necessità di programmare percorsi di affiancamento che agevolino il lavoro dei colleghi in caso di assenze per maternità.

=> Scopri le donne ai vertici delle partecipate statali

Per Marisa Montegiove, coordinatrice Gruppo Donne Manager di Manageritalia: «Il calo di maternità e si risolve esclusivamente con un’organizzazione del lavoro più efficiente ed efficace, più produttiva di valore aggiunto e benessere per tutti. In poche parole, un’organizzazione del lavoro più moderna, che rottami l’inconciliabilità tra lavoro e persona coniugando le esigenze sempre più eterogenee e mutevoli delle aziende e delle persone. Solo da qui il Paese può ripartire in tutti i sensi e su tutti i fronti.»