Oggi è di tendenza avere un ufficio open space, con aree aperte e di collaborazione per i dipendenti, ma quanto funzionale è questo tipo di ufficio? La capacità di parlare facilmente e di chiacchierare con gli altri colleghi facilita davvero il brainstorming e uno scambio delle idee? Può un ufficio open space far risparmiare denaro e fungere da catalizzatore per una maggiore attività? Secondo un recente studio, la risposta è no ed è a causa del rumore che si crea.
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Secondo infatti una ricerca condotta dall’Università di Sidney, la produttività cala infatti quando i dipendenti faticano a concentrarsi in spazi rumorosi con una privacy minima. Circa un dipendente su due cita infatti la mancanza di privacy e il rumore come gli aspetti più frustranti del proprio ambiente lavorativo.
Ciò solleva un’importante questione: il modello open space è valido? A quanto pare, i dipendenti che lavorano in un ufficio aperto sono insoddisfatti del troppo rumore che si crea, che gli impedisce di sentire quello che gli altri dicono e che non gli permette nemmeno di controllare quello che sentono dagli altri. Anche altri studi sono giunti a risultati simili.
L’equilibrio è dunque vitale per il successo dell’azienda a lungo termine: l’obiettivo deve dunque essere quello di bilanciare gli spazi aperti con aree chiuse, e in tal modo un imprenditore può scoprire che l’investimento può davvero valere la pena e che darà una maggiore soddisfazione e produttività dei dipendenti.
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