Un gruppo di lavoro che svolge le proprie mansioni anche da remoto mostra un potenziale innovativo superiore rispetto ai colleghi attivi in sede. Lavorare da casa, quindi, stimola l’innovazione di un “team virtuale” migliorando le prestazioni.
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Monitorando l’attività di un campione di manager e dipendenti svolta all’interno di 120 aziende, il direttore esecutivo della London Business School ha mostrato quali possono essere i benefici del lavoro svolto da remoto per quanto riguarda la capacità innovativa e il problem solving.
La vicinanza fisica dei membri di una stessa squadra può compromettere la corretta valutazione dei progetti proposti, mentre annullando il contatto vis-a-vis non entrano in gioco possibili pregiudizi o fattori fuorvianti e si è costretti a “votare” le idee sulla base di puri criteri meritocratici.
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Secondo Kingl, inoltre, la distanza fisica aiuta a considerare l’idea fine a sé stessa indipendentemente dalla persona che l’ha espressa: per trarre vantaggio dai meeting virtuali, si potrebbero organizzare incontri a distanza anche in azienda facendo in modo che i membri del gruppo comunichino tra loro da postazioni diverse, evitando il “faccia-a-faccia”.