L’analisi del benessere dei dipendenti in azienda è molto spesso al centro del dibattito. I manager infatti dovrebbero sempre avere a cuore il loro stato di salute fisica e mentale. Arriva quindi una nuova ricerca volta proprio ad individuare le criticità e lo stato di benessere generale dei lavoratori nel settore dei servizi.
L’indagine della Fondazione ISTUD coadiuvata dall’Università degli Studi di Milano, finanziata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, è stata condotta su una popolazione di 563 persone occupate, tra marzo 2014 e gennaio 2015. I rispondenti, costituiti per il 70% da donne – a cui è riservato uno sguardo particolare – con una prevalenza anagrafica del segmento 40-59 anni (73%), sono risultati per l’83% assunti a tempo indeterminato.
Dall’analisi dei dati risulta che il 72% ha scelto di lavorare in questo settore per passione, ottimo presupposto, ma per quanto riguarda le previsioni future le strade si dividono equamente tra chi aspetta semplicemente di andare in pensione e chi invece tende al miglioramento continuo. In generale lo stato di salute si attesta su livelli buono o molto buoni, per l’80% dei lavoratori ma lo stress fa subito capolino con il 60% che si dichiara stressato, anche se lo stress non può essere connotato come condizione clinica ma come facente parte del lavoro in quanto tale.
La gratificazione è presente per il 50% dei lavoratori, anche se la sua percezione cambia a seconda del genere. Le donne la mettono in relazione con l’ambiente lavorativo, mentre per gli uomini è più strettamente connessa con la carriera. In generale però si nota un diffuso benessere sul fronte delle relazioni tra colleghi, per ambo i sessi, percentuale che cala quando la relazione analizzata è quella con i superiori, la cui comunicazione è considerata insufficiente per il 55%.
Interessanti le parole di Maria Giulia Marini, Responsabile Area Sanità e Salute della Fondazione ISTUD «Dal nostro studio emerge in maniera chiara come sia importante evolvere verso un nuovo concetto di benessere, un benessere intelligente, che non consideri esclusivamente aspetti quali la salute in termini normativi o di bilanciamento tra vita lavorativa e vita privata, ma che includa una vera valorizzazione del sé individuale nella sua dimensione etica, relazionale ed emotiva, fino a coglierne efficacemente i principali fattori di gratificazione».