L?altra faccia dello smart working

di Chiara Basciano

13 Gennaio 2016 12:00

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Il rischio di overworking per chi lavora da remoto.

Maggiore produttività e meno spreco di tempo sono solo due dei lati positivi del lavoro da remoto, fatto di obiettivi da raggiungere e una gestione del tempo oculata. Eppure Regus svela un lato nascosto che non viene spesso preso in considerazione.

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I manager che hanno preferito sviluppare lo smart working infatti lavorano a seconda della propria coscienza e questo li porta il più delle volte a strafare. Non avere orari infatti comporta troppo spesso una mole di lavoro troppo pesante. Gli intervistati da Regus infatti evidenziano la tendenza a lavorare anche i fine settimana. Nel dettaglio il 12% dei manager italiani dichiara di considerare il sabato il secondo giorno più impegnativo della settimana, laddove è il lunedì a vincere la medaglia di giorno super produttivo, nel bene e nel male.

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Per quanto riguarda le ore dedicate al lavoro il 21% dichiara di lavorare fino a 15 ore settimanali in più. Viene allora da chiedersi se il lavoro agile sia davvero il modo migliore di bilanciare vita privata e lavorativa. Sta alla capacità personale dare un ritmo al proprio lavoro, mettendo nelle mani dei manager la gestione del tempo in maniera sì produttiva ma anche rispettosa della vita privata.

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Mauro Mordini, country manager di Regus dichiara «Questa situazione di overworking può essere compensata con la riduzione dei tempi dedicati ai viaggi e agli spostamenti, in particolare negli orari di punta, lavorando da remoto con l’utilizzo di spazi di lavoro flessibili e professionali vicino a casa o dove si è più comodi per il tempo che serve».