Esperienza professionale VS personalità

di Teresa Barone

13 Aprile 2016 13:00

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Quando è opportuno valutare un potenziale dipendente per la sua personalità e quando per la sua esperienza professionale?

Stabilire a priori alcuni criteri di base per condurre, e portare a termine, selezioni del personale e assunzioni di successo non è sempre una strategia fattibile.

=> Quanto contano le soft skills?

In molti si trovano a dover scegliere tra un candidato che mostra una personalità da leader e un altro che, invece, vanta una notevole esperienza nel settore, tuttavia le variabili da considerare sono notevoli.

Secondo una recente indagine condotta sulle aziende che compaiono nella classifica “Fortune Global 500” (dedicata ai grandi gruppi economici passati in rassegna in base al fatturato), i datori di lavoro utilizzano un “kit” di strumenti consolidati per effettuare indagini e valutazioni preliminari dei potenziali nuovi dipendenti.

Tra queste risorse figurano test della personalità, test psicologici e cognitivi, prove di abilità inerenti la ricerca di competenze specifiche che variano a seconda del lavoro.

Nel confronto tra due candidati che si differenziano proprio per le skill acquisite e una personalità promettente, tuttavia, è fondamentale tener conto della tipologia dell’azienda e delle esigenze che portano alla selezione, chiarendo a priori se si cerca una risorsa da formare nell’arco di un lasso di tempo più o meno lungo o se si vuole assumere un lavoratore in grado di operare subito in modo autonomo.

Da valutare, inoltre, sono le caratteristiche dell’impiego e delle mansioni che il nuovo dipendente andrebbe a svolgere, determinando se avrà contatti con clienti e potenziali tali o se svolgerà il suo lavoro prevalentemente dietro le quinte.