![logo PMI+](https://www.pmi.it/app/themes/pmi-2018/dist/images/pmi+/pmiplus-logo-big-white.png)
![logo PMI+](https://www.pmi.it/app/themes/pmi-2018/dist/images/pmi+/pmiplus-logo-big-white.png)
Un arrivederci è senza dubbio il saluto più appropriato tra un datore di lavoro e un dipendente che sta lasciando il suo posto. Sempre più spesso, infatti, capita di dover rivalutare l’assunzione di un ex dipendente che si ripropone per un ruolo in azienda.
=> Le regole della produttività in ufficio
Qual è l’atteggiamento giusto da usare quando si deve decidere se riaccogliere a braccia aperte un “dipendente boomerang”? I vantaggi sono evidenti, dal background di conoscenze alla familiarità con la cultura aziendale, fino al minore investimento necessario per favorire la sua formazione.
Il ritorno in azienda di un valido lavoratore potrebbe anche sollevare il morale del team, portando innovazione, nuove competenze e prospettive alternative acquisite durante la sua permanenza presso altre aziende.
Allo stesso tempo, tuttavia, anche un ex dipendente deve guadagnarsi la sua assunzione e deve passare attraverso il processo di selezione e la fase iniziale di “Onboarding”, necessario per accertarsi che sia la risorsa giusta per occupare un determinato ruolo e in uno specifico momento.
Prima di riassumerlo, inoltre, è fondamentale passare in rassegna le ragioni che lo avevano portato a cambiare lavoro, valutando i cambiamenti intercorsi da quel momento.