Il potere del logo

di Chiara Basciano

10 Gennaio 2017 12:00

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Come i loghi agiscono sul nostro cervello arrivando a stabilire relazioni profonde.

L’impatto visivo è centrale nel mondo della comunicazione, in particolare un logo ben congegnato è capace di innescare una serie di emozioni positive. In 400 millesimi di secondo un logo è capace di innescare risposte emotive profonde e persino un cambiamento comportamentale.

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Le neuroscienze ci dicono che i marchi possono attivare parti del cervello in un modo molto più profondo di quanto si possa pensare. Nel dettaglio, quando si vede un logo l’occhio manda un segnale alla corteccia visiva primaria, il cui compito è quello di elaborare forma e colori, subito dopo i segnali arrivano alla corteccia visiva secondaria, in cui tutti gli elementi vengono raggruppati per elaborare più nel dettaglio le informazioni.

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A questo punto il logo è ricondotto al marchio e a quello che vende. Si crea una sorta di trasformazione dal logo al prodotto stesso, in una fusione che rende il logo significativo per la persona che sta guardando. Questo processo avviene in maniera molto rapida, 400 millesimi di secondo, appunto. Colore, forma e significato sono le parti essenziali del logo, e ogni prodotto agisce su una parte del cervello, per esempio i marchi di sport e lusso agiscono sulla corteccia prefrontale. Questa regione è implicata nella pianificazione dei comportamenti cognitivi complessi, nell’espressione della personalità, nella presa delle decisioni e nella moderazione della condotta sociale.

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Si capisce quindi come possano agire in profondità i loghi. Nel caso di loghi dal forte impatto sono le zone deputate al benessere a sentirsi coinvolte, mentre in caso di loghi sconosciuti si attivano impulsi di rifiuto e diffidenza. Si può arrivare ad affermare quindi che la relazione tra persona e brand è uguale a quella tra due persone.

Fonte immagine: Pixabay