A volte può succedere che quello che sembrava il candidato ideale si riveli invece il punto debole della catena. Non sa come inserirsi in una squadra già collaudata, non capisce il suo ruolo.
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Prima di definire il nuovo dipendente un cattivo dipendente però è bene dargli un’altra possibilità cercando di gestire le sue difficoltà. Bisogna mostrarsi pazienti, per tutti un nuovo lavoro ha bisogno di un periodo di rodaggio e magari i problemi derivano solo da una confusione iniziale. Per questo il nuovo dipendente deve essere seguito con tranquillità, senza pretendere troppo da lui i primi tempi.
Stabilire da subito una buona comunicazione permetterà di capire le sue problematiche e di indirizzarlo per la giusta strada. Il rapporto deve essere diretto e rispettoso. Una volta stabilite le lacune del dipendente sarà bene offrirgli una formazione. Se è stato scelto vuol dire che certamente in lui ci sono delle buone potenzialità, quindi è bene non gettare la spugna troppo presto.
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Far affiancare il nuovo dipendente da uno più esperto che lo introduca nella vita aziendale potrebbe essere un buon modo di aiutarlo, assicurandosi che si stabilisca tra di loro un rapporto di reciproca fiducia e quindi supervisionando l’andamento dell’affiancamento. Se dopo tutto questo la situazione non migliora bisogna essere chiari col dipendente e dirgli che il suo posto è minacciato se non mostra maggior impegno o se non riesce chiaramente a dire come può essere aiutato.
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Se poi ci si rende conto di aver sbagliato candidato bisogna correre ai ripari, soprattutto se il lavoratore risulta dannoso alla produttività dell’azienda. Può succedere di puntare sul cavallo sbagliato, non è una tragedia, la parte difficile è licenziare qualcuno, ma anche questo fa parte della vita di un manager.
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