Fino a poco tempo fa era il selezionatore a detenere tutto il potere nelle trattative di assunzione, ma esistono settori in cui invece la cosa si è rovesciata, per esempio nel mondo della finanza capita che i professionisti ricevano contemporaneamente diverse offerte, diventando automaticamente quelli con in mano il potere decisionale.
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Per i selezionatori che si trovano in una situazione del genere cresce la tensione e quindi, con essa, il rischio di commettere errori. Per esempio non bisogna ridurre tutto ad una questione di soldi. Se è vero che le trattative legate al salario sono il punto focale è anche vero che offerte di lavoro flessibile, benefit e opportunità di carriera possono dare una svolta al colloquio. Inoltre bisogna rimanere sempre lucidi. Può capitare di incontrare il candidato ideale, un talento dalle grandi capacità, ma magari non si tratta della persona giusta al momento.
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Bisogna valutare non la persona in sé ma se il contesto in cui andrà ad inserirsi ha davvero bisogno di lei. Aumentare l’offerta dello stipendio per un talento considerato speciale potrebbe ritorcersi contro l’azienda, bisogna infatti ricordarsi che i dipendenti parlano tra loro e un salario sproporzionato rispetto alla media potrebbe creare risentimento tra gli altri lavoratori.
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Parlare di denaro può essere davvero il momento giusto per giudicare una persona, l’argomento svela la parte più nascosta delle persone, mettendo in imbarazzo o facendo diventare arroganti. È per questo il momento migliore per fare una valutazione del candidato. Bisogna mettere sul piatto della bilancia il valore del candidato, il suo futuro posto in azienda e quanto si è disposti a sborsare per averlo nella squadra.
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