Creare un posto di lavoro in cui le diverse generazioni si aiutino reciprocamente dovrebbe essere un obiettivo per ogni tipo di azienda, ma nonostante i manager siano consapevoli dell’importanza dello scambio generazionale i maggiori ostacoli vengono proprio dai lavoratori stessi.
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Secondo il recente studio condotto da Kelly Services infatti vi sono molte resistenze alla collaborazione tra Baby Boomers e Millennials. In generale i lavoratori più anziani considerano i colleghi più giovani poco propensi a faticare per ottenere il successo, essendo abituati ad avere tutto e subito, mentre i giovani criticano negli anziani la loro scarsa voglia di acquisire nuove competenze e la loro tendenza a dare per scontato che l’anzianità porta ad avere più responsabilità.
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Ma molti altri sono i dati analizzati: solo il 18% dei Baby Boomer crede che i Millennial diano importanza al lavoro di squadra, rispetto al 38% dei Millennial che si attribuisce questa caratteristica. Nonostante il 26% dei Millennial ammetta di tendere a sfidare l’autorità formale o la catena di comando tradizionale sul posto di lavoro nello stesso momento, solo il 12% dei Baby Boomer ritiene che i Millennial siano concentrati sull’obiettivo.
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Un rapporto difficile quindi, su cui le aziende dovrebbero lavorare, considerando soprattutto che uno scambio di saperi non può che essere vantaggioso, in particolare in vista del pensionamento, infatti quando un dipendente lascia il suo posto di lavoro crea un vuoto di competenze e di relazioni che può essere colmato solo da una figura cresciuta dal dipendente più anziano.
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