Dare fiducia al remoto

di Chiara Basciano

16 Ottobre 2017 11:00

Non ostacolare chi sceglie il lavoro da remoto significa assicurarsi lavoratori produttivi.

Nonostante i vantaggi dello smart work siano molti i manager tendono a non fidarsi, soprattutto quando l’innovazione continua richiede un cambiamento nel lavoro quotidiano. Il caso IBM dimostra come le grandi aziende siano diffidenti. Recentemente infatti tutti i lavoratori da remoto sono stati richiamati in ufficio, pena il licenziamento.

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Ma credere che il tipo di controllo sia diverso è errato, basta saper utilizzare la tecnologia in modo più creativo per stabilire un contatto con chi lavora da remoto. Il manager infatti deve essere capace di stabilire un rapporto di reciproca fiducia, però per farlo deve sapersi mettere in gioco e fidarsi lui per primo. Di conseguenza il lavoratore avrà voglia di dimostrare di meritare tale fiducia.

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Stare lontani non significa non seguire il lavoro, anzi, stabilendo una connessione costante ci sarà uno scambio tale da capire se il lavoratore sta perseguendo gli obiettivi stabiliti o se ha bisogno di essere stimolato. Per questo gli obiettivi devono essere condivisi e comunicati in maniera chiara. Nel lavoro da remoto è più facile non cadere nella trappola di giudicare il tempo speso nel fare qualcosa ma aiuta invece a guardare solo ai risultati, così come dovrebbe sempre essere.

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Il vantaggio del lavoro da remoto e di non avere distrazioni, se il lavoratore ha scelto questa modalità non è per stare in pantofole in casa tutto il giorno, ma per essere produttivo in meno tempo, evitando pause coi colleghi e tagliando i tempi di percorrenza casa lavoro. Per questo bisogna contare su questa tipologia di lavoro, imparando a dare fiducia.

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