Rispondere al capo

di Francesca Vinciarelli

11 Ottobre 2017 09:00

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Reagire ai rimproveri del capo, ecco cosa fare.

Le critiche costruttitive sul lavoro come nella vita servono e vanno ascoltate, ma anche i rimproveri fuori luogi da parte del capo?

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Prima di tutto si devono capire i propri errori, conoscere il proprio capo e comprendere se è giusto o sbagliato ciò che ci viene detto. Spesso si tende ad odiare il capo e si pensa così che tutto quello che dice è scorretto. Creare un rapporto con il capo è sempre complesso, molte volte non è facile rapportarsi con caratteri permalosi e irrascibili, in ogni caso rimane comunque una figura importante per il lavoro e volendo o non volendo bisogna imparare a conviverci. Le critiche e i rimproveri sul lavoro esistono e ad ogni lavoratore almeno una volta nella vita è capitato di ritrovarsi il dito del capo puntato contro, alla base di tutto si trova il modo, i motivi e il contesto nel quale viene posto il rimprovero. In tutto questo reagire impulsivamente è sicuramente la scelta più comune, ma allo stesso tempo è la scelta più sbagliata, questo perché anche nel caso di rimproveri discriminatori e realmente errati ci sono procedure più adatte in confronto alle reazioni istintive di rabbia.

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Ma messo da parte il problema reale del mobbing, teniamo in considerazione i normali rimproveri e di conseguenze le reazione più giuste da parte del dipendente. Prima di tutto è importante specificare che bisogna rispondere e comportarsi in maniera professionale ed educata, inoltre si deve sempre pagare con la stessa moneta che si vorrebbe ricevere. Odiare un determinato comportamento da parte del capo e rispondere con lo stesso modo è inutile e poco produttivo, se il capo urla e si risponde urlando non si miglioreranno mai i rapporti e di conseguenza il capo non cambierà mai. In secondo luogo è importante eliminare l’idea che il capo non ha mai ragione ed il proprio lavoro è sempre perfetto, anche se spesso il capo sbaglia i modi è importante valutare realmente il proprio lavoro, accettare le critiche, verifica e solo dopo capire se è presente o meno il problema. Se nella realtà succede che il rimproverò è fondato su una cosa non vera, solo dopo averne avuto la certezza, si può chiedere un confronto con il capo, spiegare la situazione e cercare di capire il problema insieme sempre con estrema professionalità. Le critiche servono al dipendente ma anche al datore di lavoro e tutti i confronti sono fondamentali per un miglioramento complessivo di tutta l’azienda. Infine è importante non prenderle sul personale, si parla di lavoro e non della propria vita privata.

 

Fonte: Shutterstock