Sono trascorsi oltre 50 anni da quando per la prima volta il termine burnout entrò nel lessico aziendale: identificato per la prima volta negli anni ’70, teorizza una particolarare tipologia di stress lavorativo che interessa corpo, mente e spirito con risvolti profondi e pericolosi, anche per la difficoltà di essere riconosciuto come malattia professionale.
Oggi si tratta di un fenomeno fortemente riconosciuto. La Compagnia delle Opere ha appena presentato al Senato anche un Manifesto del Buon Lavoro, per rimarcare l’importanza di buone pratiche che limitino il rischio di burnout nei contesti lavorativi.
L’OMS ha inserito tale sindrome tra le malattie professionali ed in Italia anche la Cassazione ha riconosciuto il peso delle patologie specifiche, prevedendo un indenizzo INAIL a determinati condizioni, quando il burnout è strettamente collegato alla prestazione lavorativa (cfr.: ordinanza 29611/2022 e sentenza 4279/2024) . Una sentenza della Corte d’appello di Firenze (la n. 559/2023) ha peraltro riconosciuto la correlazione tra stress lavorativo e malattia professionale.
Ma vediamo come riconoscerlo.
Cosa è il burnout
La sindrome del burnout è dunque uno specifico disagio psicofisico connesso al lavoro, descritto inizialmente da H. Freudenberger e da C. Maslach a partire dagli anno ’70 e fondamentalmente causata dallo stress generatosi sul lavoro. Maslach e Leiter ne hanno classificato le componenti in:
- deterioramento dell’impegno lavorativo;
- deterioramento delle emozioni associate al lavoro;
- problema di adattamento al lavoro a causa dell’eccessivo carico.
Sintomi del burnout
Tra i sintomi si trovano la stanchezza, l’insonnia, il nervosismo, la mancanza di voglia di vivere e l’incapacità di stare fermi. Se si parla dei problemi fisici troviamo invece sintomi gastrointestinali, tensione muscolare, vertigini, tachicardia, manifestazioni cutanee ma anche allergie improvvise.
Per quanto riguarda la propria psicologia ci si trova a vivere con rabbia e aggressività immotivate, depressione, scarsa autostima, incapacità di alzarsi dal letto per andare al lavoro, senso di colpa, sensazione di fallimento e difficoltà a relazionarsi con gli altri.
Cause del burnout
La sindrome di burnout nasce per diversi fattori: può influire la situazione familiare, le aspettative professionali, l’incapacità di gestire situazioni stressanti ma anche l’alta emotività. Ma più di frequente scaturisce soprattutto per questioni organizzative e professionali. Spesso si sviluppa anche a causa di una retribuzione ritenuta inferiore a quello che è il carico di lavoro.
Il burnout può perfino essere legato a condizioni ambientali che non aiutano il lavoratore nello svolgimento del proprio compito, come appunto un ambiente sfavorevole, turni e orari stressanti, routine burocratica.
=> Lavoro, il burnout colpisce quasi tutti: come evitarlo
La difficoltà principale che si pone alla base di questi problemi legato allo stress in ambito lavorativo è quella di capire il proprio stato e comprendere cosa si sta vivendo; questo perché i sintomi sono spesso comuni e “normali” in periodi più complessi.