Cassa privata e INPS: cosa conviene per la pensione?

Risposta di Anna Fabi

11 Novembre 2024 11:35

Alessandra chiede:

Iscritta alla cassa degli psicologi dal 2005, prima ho svolto lavoro dipendente: posso passare all’INPS? La pensione di reversibilità influisce? Posso arrivare prima alla pensione riscattando gli anni universitari e versando altri contributi?

La sua situazione previdenziale è piuttosto complessa, caratterizzata da periodi di lavoro dipendente (con versamenti INPS), un lungo arco temporale con iscrizione alla cassa psicologi (ENPAP) e l’attuale titolarità di una pensione di reversibilità.

Se lei continua a lavorare come professionista autonoma in albo, il passaggio dalla cassa di previdenza degli psicologi all’INPS non è previsto dalla normativa vigente.

Tuttavia, esistono strumenti che consentono di raggiungere prima la pensione, valorizzando i contributi versati in diverse gestioni previdenziali: ricongiunzione onerosa; totalizzazione dei periodi contributivi non coincidenti per ottenere un’unica pensione calcolata pro-rata da ciascun ente; cumulo introdotto dalla Legge n. 228/2012, che permette di cumulare gratuitamente i contributi presso diverse gestioni per conseguire un’unica pensione.

Deve però capire se tali strumenti le convengono (dipende da quanti anni ha presso l’INPS) o se invece non sia meglio aumentare il suo montante presso l’ENPAP, avendo già circa vent’anni di anzianità contributiva. Per accedere alla pensione anticipata, deve infatti raggiungere i requisiti di età e anzianità contributiva previsi dalla sua gestione previdenziale di appartenenza.

L’utilizzo del cumulo dei periodi assicurativi può facilitare il raggiungimento dei requisiti richiesti. Ma anche il riscatto degli anni universitari e la contribuzione volontaria possono contribuire ad aumentare l’anzianità contributiva, avvicinandola al pensionamento anticipato.

Anche restando all’ENPAP, per esempio, è possibile riscattare gli anni di laurea. Secondo il Regolamento della cassa, gli iscritti che possono far valere almeno cinque anni di effettiva contribuzione e che risultano in regola con l’invio delle comunicazioni obbligatorie possono richiedere il riscatto di tutti o dei singoli anni di studio, purché i periodi da riscattare non siano già coperti da altra contribuzione. Peraltro, i contributi versati per il riscatto sono interamente deducibili dal reddito imponibile.

Per quanto riguarda la contribuzione volontaria, può richiedere al suo ente pensionistico l’autorizzazione a versare contributi per coprire periodi non lavorati o per incrementare l’anzianità contributiva. Oltre al contributo soggettivo obbligatorio, pari al 10% del reddito professionale netto con un minimo di 856,00 euro, gli iscritti hanno la facoltà di aumentare volontariamente questa percentuale fino a un massimo del 30%, con incrementi di due punti percentuali (12%, 14%, 16%, ecc.).

Le consiglio di valutare attentamente le opzioni disponibili, considerando i costi associati e l’impatto sulla futura pensione. Qualunque sia la sua scelta, la pensione di reversibilità non influisce sulla possibilità di utilizzare tali strumenti (ma può essere soggetta a riduzioni in presenza di altri redditi personali, secondo le fasce di reddito stabilite ogni anno per legge).

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