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Pensioni e redditi sopra 35mila euro: una petizione a difesa del potere d’acquisto

di Anna Fabi

23 Novembre 2023 15:16

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Una petizione online contro i tagli alla rivalutazione delle pensioni e contro le altre misure che penalizzano i redditi sopra i 35mila euro: le richieste.

Nuova iniziativa a sostegno del potere d’acquisto delle pensioni medio-alte: la Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità (CIDA) ha promosso una petizione su Change.org per chiedere alla Presidenza del Consiglio ed ai Ministri dell’Economia e del Lavoro di salvaguardare i contribuenti con redditi da 35mila euro.

La petizione è stata pubblicata il 20 novembre ed in 24 ore ha raccolto oltre 10mila firme.

Taglio rivalutazione pensioni medio-alte

Secondo la denuncia del presidente, Stefano Cuzzilla:

Da troppi anni la classe media è colpita da reiterate vessazioni e ripetuti provvedimenti falsamente redistributivi che mettono seriamente a repentaglio i valori della professionalità e del merito.

Fra i motivi portanti della protesta c’è il potere d’acquisto delle pensioni sopra quattro volte il minimo che non si rivalutano adeguatamente. La richiesta è quella di tornare alla perequazione per scaglioni di cui alla Legge 448/98 e 388/2000:

  • al 100% per le pensioni di importo fino a tre volte il trattamento minimo INPS,
  • al 90% per le pensioni da tre e cinque volte il trattamento minimo,
  • al 75% per quelle superiori a cinque volte il trattamento minimo.

Petizione salva-pensioni: cosa si chiede al Governo

Le richieste specifiche sono diverse:

  • sostenere il potere d’acquisto delle pensioni: applicare la perequazione per scaglioni in base alle vecchie regole abolendo il calcolo per fasce e tornando al sistema progressivo;
  • separare in maniera contabile la previdenza dall’assistenza;
  • abolire il divieto di cumulo fra redditi e pensioni di qualsiasi tipo;
  • eliminare i tetti sulle prestazioni pensionistiche anticipate (pensione contributiva con 64 anni di età e 20 anni di versamenti, con importo soglia di 2,8 volte il minimo nel 2023 e 3 volte il minimo nel 2024;
  • eliminare il meccanismo di riduzione progressiva delle detrazioni fiscali in relazione al reddito;
  • rivedere la progressività delle aliquote Irpef per evitare disparità di trattamento fra categorie di lavoratori;
  • attivare una vera lotta all’evasione fiscale, utilizzando tutti i dati disponibili ed evitando i condoni.