Il Revisore legale è una figura di riferimento per gran parte delle imprese, un professionista qualificato e adeguatamente formato, che deve soddisfare determinati requisiti imposti dalla legge attualmente vigente come il possesso di una laurea in materie economiche, finanziarie o giuridiche.
I titoli di studio necessari sono:
- Lauree appartenenti al vecchio ordinamento in economia e commercio, statistica, giurisprudenza, scienze politiche, scienze delle pubbliche amministrazioni ed equipollenti
- laurea magistrale in scienze dell’economia (LM 56); scienze economiche aziendali (LM 77);
- laurea triennale in Scienze dell’economia e della gestione aziendale (L 18) o Scienze economiche (L 33);
- giurisprudenza (LMG/01); scienze statistiche attuariali e finanziarie (LM 83); scienze statistiche (LM 82); finanza (LM 16); scienze politiche (LM 62); scienze economiche per l’ambiente e la cultura (LM 76); scienze delle pubbliche amministrazioni (LM 63);
- Titoli di studio conseguiti all’estero e riconosciuti in Italia come equipollenti
Oltre alla laurea, è richiesto un tirocinio formativo abilitante all’esercizio della professione, da effettuare presso un revisore legale abilitato o una società di revisione avviata, questi possono accogliere al massimo 3 tirocinanti e il tirocinio ha durata di 3 anni.
Il tirocinante dovrà iscriversi in uno specifico Registro e ogni anno produrre una relazione in cui descrive le attività di revisione che ha svolto o a cui ha assistito durante il tirocinio.
Si dovrà infine procedere a sostenere l’esame di idoneità professionale per l’abilitazione all’esercizio della revisione legale. L’esame viene indetto una volta all’anno con pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale Concorsi ed Esami. Si dovranno sostenere 3 prove scritte:
- Il tema in materie giuridiche;
- Il tema in materie economiche e aziendali;
- Il quesito tecnico pratico sulle materie della revisione.
Per i soggetti già in possesso dell’abilitazione alla professione di avvocato, dottore commercialista, esperto contabile e coloro che hanno superato un apposito esame equipollente presso la Scuola nazionale dell’Amministrazione, una volta completato il periodo di tirocinio, sarà necessario sostenere un esame di idoneità volto a verificare le sole materie della revisione, venendo cioè esonerati dalle prove inerenti alle materie giuridiche e economiche.
Una volta superate le prove scritte, si potrà accedere all’orale, un colloquio con una commissione in cui verranno affrontate le stesse materie trattate nelle prove scritte.
Il superamento del colloquio orale permette infine l’iscrizione nell’apposito Registro dei revisori legali tenuto al ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef).
Si è finalmente abilitati all’esercizio della professione, potendola svolgere in forma autonoma o presso una società di revisione.
Ad ogni incarico professionale assunto il professionista deve comunicarne i dettagli al registro dei revisori mediante l’apposita area riservata nel sito internet https://www.revisionelegale.mef.gov.it/, l’albo è infatti suddiviso in due sezioni: sezione “B” revisori inattivi e sezione “A” dei revisori attivi nella quale si viene trasferiti automaticamente nel momento in cui si comunica di stare svolgendo almeno un incarico di revisione.
Per poter mantenere l’iscrizione al Registro dei revisori, sia nella sezione A che nella sezione B, è necessario provvedere al pagamento del contributo annuale e rispettare l’obbligo di formazione continua. Il revisore deve infatti ogni anno ottenere almeno 20 crediti formativi di cui almeno 10 riguardanti materie caratterizzanti la revisione dei conti, partecipando a corsi di formazione prodotti dal Ministero o da enti autorizzati. A tutto ciò si aggiunge il possesso continuato dei requisiti di onorabilità previsti nel dettaglio dall’articolo 3 del D. M. 20 giugno 2012, n. 145.
Il ruolo del Revisore legale
Il ruolo del revisore legale dei conti è regolamentato la norma di riferimento principale in Italia, cioè il Decreto legislativo del 27 gennaio 2010, numero 39, che attua la direttiva europea 2006/43/CE. Questa direttiva riguarda le revisioni legali dei conti annuali e dei conti consolidati, modificando le direttive 78/660/CEE e 83/349/CEE e abrogando la direttiva 84/253/CEE. Il Decreto legislativo del 2010 dettaglia i requisiti, le procedure e le responsabilità dei revisori legali dei conti nello Stato italiano
Sono molteplici i casi in cui la legge prevede l’intervento di un revisore legale, il principale è quello di verifica della regolare tenuta della contabilità e giudizio sul bilancio di esercizio.
Il Codice civile italiano definisce tassativamente le fattispecie in cui è obbligatoria la nomina di un revisore legale dei conti.
Tali casi dipendono dalla forma giuridica dell’organizzazione o dell’azienda, oltre che da alcuni parametri dimensionali.
In generale, la revisione dei conti è obbligatoria per le società per azioni e per gli enti giuridici partecipati da enti locali ovvero ogni volta una società sia tenuta a redigere il bilancio consolidato o controlli un’altra società sottoposta a revisione legale.
Con tutto ciò la riforma del Codice della crisi è intervenuta sul tema introducendo nuovi e più stringenti limiti oltre i quali si rende obbligatoria la nomina del revisore o dell’organo di controllo.
Ora, infatti, l’obbligo di nominare un revisore legale sussiste anche quando la società supera per due esercizi consecutivi almeno uno dei seguenti limiti: totale dell’attivo dello stato patrimoniale pari a 4 milioni di euro, ricavi delle vendite e delle prestazioni pari a 4 milioni di euro o impiego di almeno 20 dipendenti in media durante l’esercizio.
Tuttavia, se la società non supera uno di questi limiti per tre esercizi consecutivi, cessa l’obbligo di nominare un revisore legale.
Le modalità ed i termini contrattuali della nomina sono disposti dal Decreto legislativo del 2010, che fornisce ulteriori dettagli sugli aspetti disciplinari e organizzativi della revisione contabile.
La revisione legale dei conti può, salvo che la società sia tenuta alla redazione del bilancio consolidato, essere affidata all’organo di controllo societario cioè al Collegio sindacale o al Sindaco unico, unificando sugli stessi soggetti sia il compito di vigilanza ai sensi dell’art. 2403 del Codice civile che di controllo contabile. Anche in questo caso, tuttavia, è necessario che tutti i membri dell’organo di controllo siano iscritti al Registro dei revisori e rispettino i requisiti stabiliti dal D.lgs. 39/2010.
I compiti del Revisore legale
Il revisore legale dei conti, nel suo ruolo cruciale, deve condurre una revisione indipendente e approfondita dei conti e dei bilanci.
Deve essere completamente indipendente dall’organizzazione oggetto della revisione.
Questo significa che non deve avere interessi finanziari o relazioni personali che possano influenzare la sua imparzialità e oggettività durante l’analisi.
Di seguito sono descritte le fasi principali coinvolte in questo processo:
1 – Pianificazione: Il revisore legale dei conti inizia con la pianificazione dell’intero processo di revisione contabile. Ciò implica l’analisi delle caratteristiche dell’organizzazione, l’identificazione delle aree di rischio, la definizione degli obiettivi e delle strategie di revisione, nonché la stesura di un piano dettagliato delle attività da svolgere. Questo passo è fondamentale per garantire l’efficienza e l’efficacia della revisione.
2 – Raccolta delle informazioni: Il revisore legale dei conti raccoglie tutte le informazioni rilevanti relative alla contabilità dell’organizzazione. Ciò include la revisione dei documenti contabili, come i registri contabili, i bilanci, i rendiconti finanziari, le transazioni e altre documentazioni finanziarie. In questa fase, vengono raccolte anche informazioni sulle politiche contabili adottate dall’organizzazione. L’obiettivo è comprendere appieno l’andamento finanziario e le attività dell’organizzazione.
3 – Analisi dei controlli interni: Il revisore legale valuta l’efficacia dei controlli interni adottati dall’organizzazione per garantire l’integrità dei dati finanziari. Ciò può comportare la revisione dei processi e dei sistemi contabili, l’identificazione delle debolezze o delle potenziali frodi e l’emissione di raccomandazioni per migliorare i controlli interni. Se vengono individuate debolezze o potenziali rischi, il revisore legale può fornire raccomandazioni per migliorare i controlli interni.
4 – Test e revisione dei dati finanziari: Il revisore legale seleziona una serie di transazioni e conti contabili significativi e li sottopone a un’analisi dettagliata. Questo processo coinvolge l’applicazione di procedure di revisione, come l’analisi delle conferme esterne, la riconciliazione dei saldi, l’ispezione dei documenti di supporto e altri test specifici per verificare l’accuratezza e la completezza dei dati finanziari. L’obiettivo è verificare l’accuratezza e la completezza dei dati finanziari riportati nei conti e nel bilancio.
5 – Valutazione dei principi contabili: Il revisore legale dei conti verifica che l’organizzazione abbia applicato correttamente i principi contabili generalmente accettati o gli standard contabili applicabili nel rispettivo contesto normativo. Ciò richiede la valutazione delle scelte contabili effettuate, l’analisi delle note integrative e l’emissione di un giudizio sulla conformità ai principi contabili.
6 – Emissione del rapporto di revisione: Alla fine del processo di revisione contabile, il revisore legale emette un rapporto di revisione che riporta le conclusioni e le osservazioni derivanti dalla revisione. Il rapporto può includere un giudizio sul bilancio di esercizio, una descrizione delle eventuali anomalie o questioni rilevanti riscontrate e le raccomandazioni per migliorare la tenuta della contabilità. Questo è un documento importante e viene valutato da diverse parti interessate, come soci, azionisti, dipendenti, fornitori e istituti finanziari.
In conclusione, il processo di revisione contabile svolto dal revisore legale dei conti è un’attività complessa e articolata. Attraverso una serie di fasi, il revisore legale verifica la regolarità della contabilità, la corretta applicazione dei principi contabili e emette un giudizio sulla conformità dei bilanci alla legge. Questo processo contribuisce a garantire l’accuratezza, la trasparenza e la fiducia nelle informazioni finanziarie dell’organizzazione.
Revisione legale: normativa e novità 2023
È pienamente in vigore il nuovo testo dell’Articolo 2477 del Codice Civile, modificato secondo quanto stabilito dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (Dl 118/2021) e relativo ai nuovi limiti dimensionali per l’obbligatorietà della nomina di un Revisore legale nelle Srl.
Il decreto, infatti, a partire dal 2023 ha sancito l’obbligo di nomina per tutte le società a responsabilità limitata che superano determinati limiti, considerando come bilanci di riferimento quelli relativi agli esercizi 2021 e 2022: totale dell’attivo dello stato patrimoniale e ricavi delle vendite e delle prestazioni pari a 4 milioni di euro, numero di dipendenti occupati in media pari a 20 unità.
La determina della Ragioneria Generale dello Stato del 1° settembre 2022, inoltre, ha aggiornato i Principi di Revisione internazionale (ISA Italia), in vigore per le revisioni contabili dei bilanci relativi ai periodi amministrativi che iniziano dal 1° gennaio 2022 o successivi.
È operativo dal 19 ottobre 2021, infine, il regolamento introdotto con D.M. n. 135 dell’8 luglio 2021 concernente la procedura per l’adozione dei provvedimenti sanzionatori in caso di violazione delle disposizioni in materia di revisione legale, riguardo la formazione professionale continua del revisore e i controlli di qualità conformi ai principi ISA.
Perché dotarsi di un software per Revisori legali
La revisione legale dei conti è una disciplina complessa che non può e non deve essere affrontata in modo approssimativo e confusionario.
Tenendo conto della formazione obbligatoria e alla luce dei cambiamenti che hanno recentemente caratterizzato questa materia, dotarsi di un software dedicato è diventata una priorità per i professionisti e gli studi.
Poter contare su un programma informatico specifico che rispetti la normativa, eviti errori procedurali e sia sempre aggiornato in merito alle novità normative, infatti, si rivela un’opportunità da sfruttare anche in vista dei controlli di qualità previsti dal MEF.
Affidarsi a un software per Revisori legali, infine, rappresenta anche un vantaggio per semplificare e velocizzare la gestione delle procedure di controllo, soprattutto in prossimità delle scadenze e dei periodi caratterizzati da un maggior carico di lavoro. Optare per un software in Cloud, inoltre, consente l’accesso al programma h24 ovunque e da qualsiasi dispositivo, per un numero illimitato di utenti.
Un buon software per Revisori legali, infine, deve guidare il professionista ripercorrendo tutti i passaggi previsti dalla formazione obbligatoria, procedendo dalla lettera d’incarico fino alla relazione finale.
In collaborazione con GB Software