L’ENPAM (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri) gestisce le pensioni di medici e odontoiatri iscritti all’Ordine e, nello specifico, la previdenza per coloro i quali lavorano per il SSN (Servizio sanitario nazionale) o altri enti (come INPS, INAIL, Ferrovie dello Stato, Casse marittime e Casse aziendali) come specialisti ambulatoriali o in ambito medico-servizi (medici legali, medici scolastici ecc.) è invece affidata alla Gestione degli Specialisti Ambulatoriali.
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Per questi specialisti sono in vigore regole differenti rispetto liberi professionisti. Vediamo dunque di capire come funziona il calcolo della pensione ENPAM per gli specialisti ambulatoriali.
Quando vanno in pensione gli specialisti ambulatoriali
La pensione ENPAM è un beneficio economico composto da diverse componenti:
- una pensione di base (chiamata Quota A) che spetta a tutti i medici e odontoiatri iscritti all’Ordine;
- un’ulteriore quota (Quota B) che viene calcolata in base ai contributi versati in relazione all’attività professionale svolta (ad esempio, libera professione, medicina generale, specializzazione ambulatoriale o esterna).
È possibile cumulare la pensione ENPAM con altre prestazioni previdenziali fornite da altri Enti.
Pensione di vecchiaia in Gestione Specialisti Ambulatoriali
I medici e gli odontoiatri che lavorano come specialisti ambulatoriali o nel settore della medicina dei servizi per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e/o altri enti possono richiedere la pensione di vecchiaia se soddisfano due requisiti:
- Avere almeno 68 anni (dal 2018)
- Aver cessato l’attività professionale presso gli istituti del SSN o gli enti non convenzionati con il SSN.
Pensione anticipata in Gestione Specialisti Ambulatoriali
Si può andare in pensione anticipata se si soddisfano alcuni requisiti: è necessario raggiungere il requisito minimo di età di 62 anni e avere almeno 30 anni di anzianità dalla laurea e 35 anni di contribuzione effettiva, riscattata o ricongiunta.
Invece, per poter andare in pensione a qualsiasi età, è necessario avere almeno 30 anni di anzianità dalla laurea e 42 anni di contribuzione effettiva, riscattata o ricongiunta. Tuttavia, è importante tenere presente che per usufruire completamente del vantaggio previdenziale del riscatto, tutte le rate devono essere pagate entro la data di decorrenza della pensione anticipata. Altrimenti, il beneficio sarà limitato alle rate versate.
I dirigenti medici del SSN che non possono rimanere in servizio fino all’età per la pensione di vecchiaia, ma hanno maturato i requisiti per la pensione anticipata, hanno diritto alla pensione senza l’applicazione dei coefficienti di adeguamento all’aspettativa di vita.
Pensione anticipata sulla gestione di Quota A
Per la Quota A c’è un regime particolare. Gli iscritti al Fondo di previdenza generale Quota A, tra cui medici e odontoiatri del SSN o ambulatoriali, possono richiedere la pensione anticipata sulla gestione di Quota A se soddisfano i seguenti requisiti:
- avere compiuto 65 anni di età;
- aver accumulato almeno 20 anni di anzianità contributiva sul Fondo Quota A;
- non essere titolari di una pensione di totalizzazione o invalidità a carico dell’Enpam;
- aver optato per il calcolo integrale della pensione con il sistema contributivo sulla Quota A del Fondo di previdenza generale. Attenzione: alle pensioni liquidate esclusivamente con il «sistema contributivo» non si applicano le disposizioni sull’integrazione al minimo.
Per scegliere l’opzione, è necessario compilare un modulo online aggiuntivo disponibile nella propria area riservata entro il mese in cui si compiono 65 anni.
La scadenza è improrogabile: ad esempio, chi è nato il 10 marzo, devw compilare il modulo entro il 30 marzo. Tuttavia, è consigliabile compilare il modulo dell’opzione (non quello della pensione) entro l’anno precedente il compimento dei 65 anni. In questo modo, gli uffici previdenziali possono addebitare la Quota A fino alla data precisa della pensione, evitando di dover richiedere rimborsi in seguito.
Gli iscritti possono comunque revocare l’opzione entro il mese in cui si compiono 65 anni. La domanda di pensione, invece, deve essere inviata dopo il compimento dei 65 anni.
Medici e dentisti che esercitano questa opzione di pensionamento anticipato ma continuano a esercitare la libera professione sono obbligati per legge a pagare la Quota B all’ENPAM. Hanno, tuttavia, la possibilità di scegliere se pagare l’intera aliquota o solo la metà di essa. È importante notare che i soldi versati non vengono persi, poiché l’ENPAM ricalcola le pensioni e le aumenta in base ai nuovi contributi effettuati. La pensione supplementare viene erogata ogni tre anni.
Pensione anticipata INPS
Per i medici dipendenti iscritti all’INPS, come ospedalieri e dipendenti di ASL e case di cura, i requisiti ordinari per ottenere la pensione anticipata sono i raggiungimento di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, indipendentemente dall’età anagrafica. Dopo aver raggiunto il requisito, tuttavia, è necessario attendere altri tre mesi (la cosiddetta finestra) per l’effettiva decorrenza della pensione. Per la pensione di vecchiaia, sono necessari 67 anni insieme a almeno 20 anni di contributi.
È importante precisare che gli stessi requisiti si applicano anche nel caso di pensione in cumulo, quando si combinano i periodi contributivi dell’INPS e dell’ENPAM.
In questo caso, il requisito per la pensione anticipata è più facilmente raggiungibile perché è possibile utilizzare la contribuzione della Quota A dell’ENPAM (il cosiddetto contributo minimo obbligatorio), che inizia dal mese successivo all’iscrizione all’Albo. Aggiungendo il riscatto dei 6 anni di laurea, è possibile percepire la pensione già a 61/62 anni, superando i limiti pesanti della Legge Fornero.
Pensione di inabilità assoluta e permanente
La pensione di inabilità è destinata agli iscritti che non sono in grado di svolgere la propria professione a causa di una condizione di inabilità, ma che non hanno ancora raggiunto l’età per la pensione di vecchiaia.
La pensione di inabilità assoluta e permanente non richiede un requisito minimo di anzianità contributiva. L’ENPAM integra l’anzianità contributiva dell’iscritto con gli anni mancanti per raggiungere l’età pensionabile, fino a un massimo di 10 anni. L’iscritto riceverà comunque una pensione minima di circa 15mila euro all’anno. Se l’iscritto ha altre pensioni da altri enti obbligatori, l’ENPAM verserà la differenza se la somma degli assegni è inferiore a 15mila euro, ma se supera tale importo l’iscritto non avrà diritto all’incremento.
Per gli iscritti alla gestione Quota B dell’ENPAM, il bonus di anzianità, scatta se hanno versato i contributi per almeno un anno nei tre anni precedenti alla decorrenza della pensione di inabilità. Se gli anni di contribuzione sono meno di cinque, l’iscritto ha diritto a un bonus che aumenta l’anzianità contributiva di tanti anni quanti sono gli anni in cui ha versato i contributi. Ad esempio, se un iscritto ha maturato tre anni di anzianità, riceverà un bonus di tre anni, per un totale di sei anni di anzianità. Il termine tecnico è “anzianità contributiva”, ovvero il periodo di tempo durante il quale l’iscritto ha versato i contributi alla gestione Quota B dell’ENPAM.
Pensione di reversibilità
La pensione per i familiari viene concessa ai familiari dell’iscritto defunto sia che questi fosse in pensione (pensione di reversibilità) o in attività al momento della morte (pensione indiretta). Ai figli la reversibilità spetta fino a 21 anni, oppure fino a 26 anni se studenti. Si va oltre queste età se riconosciuti inabili e a carico del medico/odontoiatra. Le quote percentuali più frequenti sono:
- solo il coniuge: 70%;
- coniuge e un figlio: 80% (cioè 60% al coniuge e 20% al figlio);
- coniuge e due o più figli: 100% (cioè 60% al coniuge e 40% ai figli);
- solo un figlio: 80%;
- due figli: 90%;
- tre o più figli: 100%.
Anche per la pensione indiretta è previsto il bonus di anzianità e non è previsto un requisito minimo di anzianità contributiva dell’iscritto/a deceduto/a. In caso di morte per Covid-19 l’anzianità contributiva viene aumentata fino a un massimo di 20 anni.
App – Anticipo della Prestazione Previdenziale
Un’opzione disponibile per i medici specialisti ambulatoriali convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è l’Anticipo della Prestazione Previdenziale. Se un medico sceglie di aderire all’APP, ridurrà le proprie ore di lavoro a metà e riceverà una parte dello stipendio dalla ASL (Azienda Sanitaria Locale) e una parte della pensione anticipata dall’ENPAM. Le ore di lavoro che il medico non svolgerà saranno coperte da colleghi più giovani.
Possono richiedere l’APP i medici e dentisti specialisti ambulatoriali se soddisfano i seguenti requisiti:
- hanno diritto alla pensione anticipata o di vecchiaia nella gestione degli Specialisti ambulatoriali;
- sono titolari di un incarico di almeno 20 ore settimanali;
- scelgono di ridurre del 50% le ore di incarico.
La domanda si presenta online dall’area riservata del sito dell’ENPAM.
Lavorare fino a 70 anni
È possibile prolungare l’attività lavorativa fino al compimento del 70° anno, ottenendo una maggiorazione sull’importo della pensione.
Quota 103
La principale novità per i medici dipendenti di quest’anno è la Quota 103, che permette di uscire dal lavoro per coloro che sono nati entro il 31 dicembre 1961 e hanno accumulato 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023. Entrambi i requisiti devono essere soddisfatti contemporaneamente.
Rimane la finestra mobile di tre mesi per i lavoratori del settore privato (ad esempio, i medici dipendenti delle case di cura) e di sei mesi per il settore pubblico (ad esempio, gli ospedalieri).A differenza della Quota 100 e della Quota 102 in vigore negli anni precedenti, in questo caso la misura è accompagnata da un tetto alla misura del trattamento pensionistico erogabile, che è pari a cinque volte il trattamento minimo INPS, circa € 2.818 mensili lordi. Il tetto rimane in vigore fino al raggiungimento dell’età pensionabile di vecchiaia (attualmente 67 anni), dopodiché si riceve effettivamente la pensione maturata. Questa limitazione, unita all’impossibilità, fino all’età di vecchiaia, di svolgere attività professionale autonoma, rende questo canale poco attraente per i medici.
Pensione di anzianità contributiva
Per i medici e gli odontoiatri dipendenti che hanno iniziato a contribuire dal 1° gennaio 1996 in poi (ovvero optano per un calcolo interamente contributivo, che è comunque più penalizzante), tra le altre possibilità, va ricordata anche la pensione di anzianità contributiva, che consente il pensionamento a 64 anni di età e 20 anni di contributi effettivi, a condizione che l’importo della pensione non sia inferiore a 2,8 volte il valore dell’assegno sociale (cioè € 1.409,16 mensili lordi).
Tipologie di Pensione per gli specialisti ambulatoriali
Al momento del pensionamento è possibile scegliere tra una rendita in pensione o un trattamento misto (parte in capitale e parte in rendita mensile). Questa scelta è riservata solo a chi ha diritto alla pensione anticipata o di vecchiaia e la pensione dev’essere pari o superiore al doppio del minimo INPS.
Quanti contributi pagano gli specialisti ambulatoriali ENPAM
Per quanto riguarda i contributi che gli iscritti all’ENPAM devono pagare per accedere alla pensione di Quota A, gli importi dei contributi aggiornati al 2023 variano in base all’età dell’iscritto e vanno da € 128,87 all’anno per gli studenti a € 1.733,72 all’anno per gli iscritti che hanno superato i 40 anni e sono in età di pensionamento. Inoltre, è previsto un contributo di maternità, adozione e aborto di € 69,70 all’anno.
Età | Contributo annuo |
---|---|
Studenti | € 128,87 |
Fino a 30 anni | € 257,73 |
Dal compimento dei 30 fino ai 35 anni | € 500,26 |
Dal compimento dei 35 fino ai 40 anni | € 938,75 |
Dal compimento dei 40 fino all’età del pensionamento di Quota A | € 1.733,72 |
Oltre i 40 anni (contribuzione ridotta) | € 938,75 |
I contributi devono essere pagati dal mese successivo all’iscrizione all’Albo fino al mese di compimento dell’età per la pensione. La contribuzione ridotta è disponibile solo per gli iscritti che hanno fatto la scelta prima del 31 dicembre 1989, mentre dal 1990 non esiste più questa possibilità.
Questi contributi possono essere pagati in un’unica soluzione o in quattro o otto rate senza interessi, ma solo se si attiva la domiciliazione bancaria con l’ENPAM. È anche possibile pagare a rate attivando gratuitamente la carta di credito messa a disposizione dall’ENPAM in convenzione con la Banca Popolare di Sondrio, ma in questo caso bisogna disattivare l’addebito diretto con l’ENPAM se già attivato.
I professionisti che esercitano la libera professione nel settore medico versano un’aliquota intera fino ad un certo tetto massimo di reddito libero professionale, mentre sugli importi residui oltre questo tetto si paga solo l’1%. Ospedalieri, specialisti ambulatoriali, specializzandi e dottorandi che hanno svolto attività intramoenia pagano un’aliquota intera del 19,50% sul reddito libero professionale (al netto delle spese sostenute per produrlo) fino a 105.014,00 euro. L’aliquota ridotta è pari al 2% (tirocinanti corso di formazione in Medicina generale, iscritti Inps per attività intramoenia) sul reddito libero professionale (al netto delle spese sostenute per produrlo) fino a 105.014,00 euro. Sugli importi residui, oltre questi tetti, si versa l’1%.
Restituzione dei Contributi ENPAM
Chi ha cessato l’attività professionale prima di raggiungere l’età pensionabile, può chiedere la restituzione dei contributi se al compimento dell’età di vecchiaia ha totalizzato meno di 15 anni di anzianità contributiva.
Come si calcola la pensione degli specialisti ambulatoriali ENPAM?
La pensione del Fondo generale di Quota A viene calcolata in base al contributo obbligatorio che i medici e i dentisti versano all’ENPAM fin dal momento dell’iscrizione al proprio Ordine professionale.
Per rispondere a chi ci chiede se la pensione anticipata ENPAM, conviene, analizziamo la differenza tra andare in pensione a 65 anni o aspettare i 68 anni canonici per i medici iscritti all’ENPAM. Bisogna considerare che la riforma delle pensioni del 2012 ha previsto un aumento graduale dell’età pensionabile e il passaggio al metodo contributivo per la Quota A a partire dal 1° gennaio 2013.
Chi va in pensione ENPAM a 68 anni riceverà una pensione calcolata con il tradizionale metodo ENPAM fino al 31 dicembre 2012, mentre per gli anni successivi si applicherà lo stesso metodo di calcolo usato dall’INPS. Tuttavia, per la Quota A è possibile andare in pensione anticipata a 65 anni chiedendo l’applicazione del metodo contributivo retroattivamente, a partire dall’inizio dell’iscrizione all’ENPAM.
Il tradizionale metodo di calcolo ENPAM, chiamato Contributivo indiretto a valorizzazione immediata, è infatti simile al metodo retributivo, l’Ente prende in esame i redditi annuali del professionista, li rivaluta nel tempo e ne ricava il “reddito medio rivalutato“.
La pensione viene calcolata moltiplicando gli anni di versamento per il coefficiente di rendimento (oggi 1,25%) e poi moltiplicando il risultato per il reddito medio dell’iscritto. Il valore annuo viene diviso in 12 mensilità. Ad esempio: 40 anni di versamento al coefficiente del 1,25 daranno 50. La pensione annua sarà il 50% del reddito medio dell’iscritto.
=> Calcolo pensione con sistema retributivo, contributivo o misto
Prima delle modifiche del 2012, il coefficiente di rendimento era più alto (1,75) e la contribuzione più bassa, ma ciò è stato modificato a causa dell’allungamento dell’aspettativa di vita e della “legge Fornero”.
Il sistema garantisce all’iscritto di sapere in anticipo quanto verrà valorizzato il contributo versato. Nel 2012, l’ENPAM ha modificato il rendimento e aumentato l’aliquota contributiva di Quota A al 19,5% per garantire una pensione obbligatoria adeguata. Tuttavia, la legge finanziaria Monti-Fornero del 2012 ha obbligato tutte le Casse a garantire la sostenibilità per 50 anni, pagando le pensioni esclusivamente con i contributi versati dagli iscritti “attivi” e con il rendimento del patrimonio, senza poter utilizzare il patrimonio messo da parte.
In generale, si può quindi dire che la pensione anticipata non conviene, perché la pensione calcolata con il metodo ENPAM risulta più vantaggiosa rispetto al contributivo pubblico, ma l’importo varia da caso a caso e dipende dall’età e dal versamento effettuato.
Pensioni minime ENPAM
Il trattamento minimo garantito dall’INPS, dato di riferimento per l’integrazione al minimo erogata dalla Fondazione ENPAM per il 2023 è di € 7.328,62, per il 2022 di € 6.829,94. Il diritto all’integrazione al minimo della pensione è riconosciuto quando gli eventuali altri redditi del pensionato sono inferiori a 20.489,82 euro per un nucleo familiare composto da un solo componente e così via, come indicato in tabella. La tabella riporta anche i minimi reddituali per accedere alle prestazioni assistenziali straordinarie, corrispondenti al minimo INPS moltiplicato per 6, come da regolamento della Fondazione.
Nucleo familiare | 3 volte minimo INPS | 6 volte minimo INPS |
---|---|---|
1 persona | € 20.489,82 | € 40.979,64 |
2 persone | € 23.904,79 | € 47.809,58 |
3 persone | € 27.319,76 | € 54.639,52 |
4 persone | € 30.734,73 | € 61.469,46 |
5 persone | € 34.149,70 | € 68.299,40 |
Come fare domanda di pensione ENPAM
La domanda di pensione va compilata direttamente dall’area riservata dopo aver presentato le dimissioni irrevocabili oppure aver cessato l’attività professionale.