Nel terzo trimestre 2021 sono state aperte 107.024 nuove partite IVA (+1,4%) rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, segnato ancora da una forte incertezza legata agli strascichi della prima fase della crisi Covid. In realtà, l’incremento annuo è dovuto soprattutto alle nuove attività avviate da soggetti non residenti (+180%) per la vendita di beni e servizi online. Il 20,2% delle nuove aperture è operato da un soggetto nato all’estero.
Nel periodo in esame, hanno aderito al regime forfetario il 43,5% delle nuove aperture (46.550 soggetti), con un calo del 3,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Distribuzione per natura giuridica
Il 66,2% delle nuove Partite IVA è costituito da persone fisiche mentre il 20,2% da società di capitali ed il 2,7% da società di persone (“non residenti” e “altre forme giuridiche” rappresentano assieme circa l’11% del totale). Tutte le forme giuridiche mostrano una flessione: persone fisiche -5,5%, società di capitali -5,9% e società di persone -8,2%.
Ripartizione di genere
Per quanto riguarda le nuove Partite IVA persone fisiche, si confermano i consueti trend, con una quota dominante di avvii maschili (62,5%). Il 48,8% delle nuove aperture riguarda under 35 anni e il 30,6% under 50. In generale, tutte le classi mostrano un calo: -6,2% per le fasce più giovani e -1,8% per quella restante.
Ripartizione territoriale
Il 49,2% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 20,3% al Centro e il 29,7% al Sud e Isole. Sul podio Friuli Venezia Giulia (+34,1%), Lombardia (+29,8%) e Veneto (+13,5%). Il Centro-Sud è in forte calo, soprattutto in Calabria (-15,2%), Basilicata (-14,7%) e Umbria (-13,9%).
Classificazione per settore produttivo
Il settore del Commercio è quello più dinamico con il 25,1% delle nuove Partite IVA, seguono Attività professionali (16,5%) e Costruzioni (10,7%). Le migliori performance su base annua sono in capo alle seguenti attività: Commercio (+17%), Attività immobiliari (+15,1%) e Attività professionali (+10,3%). In calo Agricoltura (-18,4%), Alloggio e Ristorazione (-16,7%), Sanità (-14%).