L’OCF (Organismo Congressuale Forense), in data 8 marzo, conferma l’annunciata astensione dalle udienze e da tutte le attività giudiziarie, in ogni settore della giurisdizione, fino al 20 marzo 2020.
Questo, con riferimento all’emergenza Covid 19, preso atto del comunicato del Governo sui contenuti del decreto 6 marzo contenente misure urgenti di contrasto al rischio epidemiologico connesso al Coronavirus e in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del provvedimento.
L’obiettivo dello sciopero è di tutelare la salute di avvocati, magistrati, parti, testimoni e ausiliari di tutta l’Italia.
Il problema è che non si conoscono ancora i dettagli del decreto a tutela degli ambienti giudiziari, pertanto non si ritiene opportuno revocare lo sciopero finchè non sarà certa la corrispondenza fra le richieste avanzate e le misure adottate.
L’OCF ha infatti chiesto misure restrittive nei Tribunali su tutto il territorio nazionale, mettendo in evidenza l’inadeguatezza delle precedenti disposizioni volte a ridurre il rischio di contagio in relazione alle modalità di interazione che connotano le attività giudiziarie.
Con un comunicato datato 4 marzo, l’OCF ha pertanto indetto l’astensione dalle udienze e da tutte le attività giudiziarie: fanno eccezione le udienze e le attività giudiziarie relative alle attività indispensabili come previste e disciplinate dagli articoli 4, 5 e 6 del “Codice di autoregolamentazione delle astensioni dalle udienze degli Avvocati”.
In base alle anticipazioni del Governo, fino al 31 maggio si adottano:
misure organizzative, anche relative alla trattazione degli affari giudiziari, necessarie a consentire il rispetto delle indicazioni igienico-sanitarie adottate con i provvedimenti normativi e attuativi di contrasto alla diffusione del COVID-19, al fine di evitare assembramenti all’interno dell’ufficio giudiziario e contatti ravvicinati tra le persone. Sono previste, inoltre, specifiche norme per i procedimenti dinanzi alla Corte dei conti e per quelli dinanzi alle commissioni tributarie. In considerazione della necessità di riorganizzare le attività, il decreto prevede, dalla data di entrata in vigore, l’applicazione per 15 giorni del regime di sospensione feriale.
In attesa di conferme, lo sciopero resta confermato.