Nell’arco dei prossimi tre anni saranno 200mila i posti di lavoro disponibili nei settori tecnico-scientifici, tuttavia le imprese sembrano lamentare una notevole difficoltà nel reperire professionisti qualificati.
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Stando a quanto è emerso nel corso della XXVI giornata di Orientagiovani promossa da Confindustria e Luiss, infatti, il fabbisogno delle competenze riguarda nello specifico il settore della meccanica, il ramo dell’ICT ma anche l’alimentare, il tessile, la chimica e il legno-arredo.
Dietro la carenza di esperti si cela, inoltre, un’offerta formativa insufficiente per le competenze scientifiche e tecniche medio-alte. Solo nella meccanica, saranno 67mila i nuovi posti di lavoro destinati ai professionisti manageriali e ai talenti di elevata specializzazione (ingegneri, progettisti e specialisti in scienze informatiche).
I comparti della chimica, della farmaceutica e della fabbricazione di prodotti in gomma e plastica offriranno 16mila posti di lavoro, mentre saranno 40mila le risorse ricercate nell’ICT tra il 2020 e il 2022: le opportunità non mancheranno per il programmatore, il progettista/sviluppatore di software e app, il data-scientist il progettista di apparecchiature informatiche e loro periferiche e il progettista di impianti per le telecomunicazioni.
Un trend positivo caratterizza anche il settore alimentare, con la previsione di 45mila ingressi, così come il ramo tessile che darà lavoro a 25mila persone.