Retribuzioni ferme per le professioni più qualificate: lo rivela l’ottava edizione dell’Hays Global Skills Index, report annuale pubblicato da Hays in collaborazione con Oxford Economics.
Prendendo in esame i mercati del lavoro di 34 economie a livello mondiale (Italia compresa), sulla base di sette principali indicatori attraverso cui ottenere un punteggio nazionale, il rapporto mostra come l’Overall Index Score sia rimasto invariato rispetto al 2018.
Il quadro italiano
Nel complesso, il mercato del lavoro italiano ha visto un miglioramento nel corso dell’anno, superando i livelli di occupazione pre-crisi. Molte aziende hanno investito in innovazione, con una crescente domanda di professioni digitali.
Competenze più richieste in Italia
- Heads of Digital
- Sales Managers
- Project Managers
- Engineering Managers
- Analysts/Developers
Il divario salariale tra professioni ad alta e bassa competenza è al più alto livello in cinque anni: si pagano salari più alti per le skills di cui ha bisogno e che scarseggiano.
=> Retribuzioni in Italia: stipendi per settore e contratto
L’indicatore Talent Mismatch in Italia rimane preoccupantemente alto a 8,5, ulteriore prova che i datori di lavoro si trovano ad affrontare gravi difficoltà nella ricerca di professionisti altamente qualificati, specialmente nei settori tecnici.
Si registra un aumento del tasso di partecipazione, a seguito di tassi precedentemente molto bassi negli anni precedenti. Resta ancora un ampio margine per il tasso di partecipazione femminile, attualmente al 56,2%, rispetto al 75,1% degli uomini.
Trend retributivi globali
La stagnazione generalizzata riguarda sia le condizioni lavorative sia i salari, che restano in stallo. Si registra anche sottoccupazione e gap di competenze nei diversi paesi, anche a causa del repentino sviluppo tecnologico, che porta i datori di lavoro ad avere maggiori difficoltà nel reperire risorse qualificate.
Il report 2019 evidenzia, da un lato, un cambiamento strutturale nel mondo del lavoro e, dall’altro, una serie di innovazioni
Così commenta i dati Alistair Cox, CEO di Hays, secondo cui l’evoluzione tecnologica contribuisce in pratica alla stagnazione dei salari nelle economie più avanzate.
Secondo il Fondo Monetario Internazionale, sarebbero proprio gli sviluppi tecnologici a causare, per il 50%, il calo della partecipazione al mercato del lavoro. Non solo: ormai ad alti livelli di occupazione non corrispondono più ad un aumento delle retribuzioni.
tecnologiche che sono alla base dell’evidente stagnazione salariale che caratterizza i mercati a livello globale.
Permane anche un certo divario di genere che si manifesta nelle professioni dominate dalle donne, dove gli stipendi sono spesso più bassi.
Assieme alla sottoccupazione come effetto a lungo termine della crisi finanziaria globale, comporta minori opportunità occupazionali e compensi non in linea con l’aumento dei costi e dell’inflazione.
Quali iniziative è possibile promuovere per migliorare la condizione dei lavoratori? Affrontare la stagnazione salariale e allocare il capitale umano in maniera più efficiente; maggiori investimenti per allineare i ruoli professionali agli sviluppi tecnologici. In questo modo si massimizza la produttività, in sinergia con il progresso tecnologico e non in conflitto con esso.