Sanità: mancano personale e risorse

di Anna Fabi

Pubblicato 4 Ottobre 2019
Aggiornato 9 Giugno 2020 06:51

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In Italia mancano camici bianchi, infermieri e dirigenti non medici: le proposte dei sindacati e delle regioni per far fronte all'emergenza.

Ammonta a 7146 il numero di medici necessari per garantire il corretto funzionamento del Sistema Sanitario Nazionale, una cifra che segnala una notevole carenza e che coinvolge soprattutto alcune regioni, come Campania, Lazio e Sicilia.

Secondo un’elaborazione di Anaao Assomed, per reclutare queste risorse e assumere tutti i professionisti del caso è però necessario disporre di almeno 950 milioni di euro.

È sempre la sigla sindacale a sottolineare come il SSN avrebbe bisogno anche di 2122 dirigenti non medici, oltre a numerose risorse infermieristiche.

L’obiettivo del Governo, quindi, dovrebbe essere quello di assicurare un numero adeguato di medici entro il 2023-2025, in modo da far fronte alla platea di medici – circa 38mila camici bianchi, esclusi i medici di base – che usciranno dal mercato del lavoro per pensionamento anche come conseguenza dell’introduzione del sistema Quota 100.

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Secondo quanto proposto dal sindacato, le soluzioni sono rappresentate sia dallo stanziamento delle risorse economiche necessarie per le assunzioni sia dall’inserimento massiccio di specializzandi con contratti stabili.

Le Regioni, invece, propongono di mantenere i medici in servizio oltre i 65 anni. Durissime le reazioni di Anaao Assomed in merito al documento riguardante la carenza di medici specialisti che le Regioni hanno presentato al Ministro della Salute.

Un’ammucchiata di proposte, alcune palesemente indecenti, prive di una gerarchia di priorità ma tutte finalizzate a pagare il lavoro medico al massimo ribasso, proponendo per una diagnosi sostanzialmente corretta, una vera ammissione di colpa, terapie inappropriate o dannose.

Per l’intersindacale medica, veterinaria e sanitaria, a legislazione vigente, l’unica soluzione possibile è quella prevista dalla Legge di Bilancio 2019 e dal Decreto Calabria.

apertura dei concorsi agli specializzandi del quarto e quinto anno, con inserimento in graduatorie separate da utilizzare, in caso di inesistenza o esaurimento di quelle degli specialisti, per l’attivazione, presso le aziende sanitarie e ospedaliere, accreditate o in possesso dei requisiti per essere accreditate, di un percorso di formazione specialistica che prevede il training professionalizzante come dipendente e lo svolgimento presso l’Università della parte teorica.

Con un contratto di lavoro-formazione, a tempo determinato prima, ed a tempo indeterminato a specializzazione acquisita,inquadrato nell’area della dirigenza medica,veterinaria e sanitaria. Manca solo un regolamento attuativo che crei condizioni attrattive per i giovani, specie retributive.