La battaglia dei commercialisti contro gli ISA prosegue con la proclamazione del primo sciopero della categoria, che si fermerà il 30 settembre e il primo ottobre. La richiesta è quella di abolizione degli indici sintetici di affidabilità 2018, o in subordine di prevederne l’applicazione in via facoltativa.
Richiesta a più riprese ribadita nelle ultime settimane (ma di fatto il ministero non l’ha accolta), si concretizza ora in uno sciopero indetto da tutte le associazioni di categoria: ADC, AIDC,ANC, ANDOC, FIDDOC, SIC, UNAGRACO, UNGDCEC e UNICO.
«Il disagio dei professionisti, determinato dal proliferare degli adempimenti fiscali, perdura da troppo tempo ed il caos ISA, per il quale le Associazioni nazionali hanno chiesto invano la disapplicazione per l’anno d’imposta 2018 del nuovo sistema, ha senza dubbio aggravato ulteriormente la situazione» si legge nel comunicato congiunto.
L’astensione dal lavoro si articola in più giorni.
- 30 settembre/ I° ottobre: trasmissione telematica da parte degli intermediari dei modelli di pagamento F24;
- 30 settembre – 7 ottobre: partecipazione a udienze presso le Commissioni Tributarie provinciali e regionali.
Gli ISA rappresentano l’ultimo elemento di una più vasta situazione di disagio: «il ricorso all’astensione, a lungo dibattuta, si rende ormai indispensabile per dare un segnale estremo e tangibile di un malessere che incide, ormai da troppo tempo, non solo sui professionisti che li assistono, ma soprattutto sugli operatori economici».
Oltre agli ISA, si segnalano anche altre richieste:
- il rispetto dello Statuto del Contribuente, le cui disposizioni continuano ad essere violate in spregio ai diritti dei cittadini;
- una sistematica e formale consultazione della categoria e delle associazioni che la rappresentano nella formulazione di norme e procedure riguardanti le materie di competenza dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.
Non è la prima volta che i commercialisti proclamano uno sciopero: negli ultimi anni è successo due volte (nel 2017 e nel marzo scorso), ma negli altri casi è stato trovato un accordo che ha evitato l’agitazione. Se le richieste non fossero accolte e la mobilitazione fosse confermata, sarebbe dunque il primo vero sciopero dei commercialisti.