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Guida ai requisiti dell’innovation manager

di Barbara Weisz

17 Luglio 2019 15:39

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Per il voucher innovation manager, la PMI deve rivolgersi a professionisti, società di consulenza o centri di competenza iscritti in elenchi ministeriali: i requisiti del professionista dell'innovazione.

In attesa di potersi iscrivere all’elenco ufficiale degli Innovation Manager, è possibile passare in rassegna i requisiti che questa nuova figura professionale deve possedere per fruire di una sua consulenza agevolata, contenuti nel decreto MiSE del 7 maggio, attuativo del comma 228 della manovra 2019 (legge 145/2018).

=> Innovation Manager PMI: online il decreto

Per avere diritto al voucher (contributo a fondo perduto) per le PMI devono infatti rivolgersi a professionisti inseriti nell’apposito elenco ministeriale. Per iscriversi al quale bisogna avere uno dei seguenti requisiti.

  • Dottorato di ricerca in settori relativi ad una delle seguenti aree: Scienze matematiche e informatiche; Scienze fisiche; Scienze chimiche; Scienze biologiche; Ingegneria industriale e dell’informazione; Scienze economiche e statistiche.
  • Master universitario di secondo livello in settori relativi a una delle aree sopra descritte, e svolgimento documentabile di incarichi, per almeno un anno, presso imprese in determinati ambiti tecnologici precisamente identificati, che esponiamo più avanti.
  • Laurea magistrale in settori tecnologici, e svolgimento documentabile, per almeno tre anni, di incarichi presso imprese del settore hi-tech.
  • Incarichi presso imprese in ambiti tecnologici (documentabili) per almeno sette anni.

Oppure, possono iscriversi le persone fisiche accreditate negli albi o elenchi dei manager dell’innovazione istituiti presso Unioncamere, presso le associazioni di rappresentanza dei manager o presso le organizzazioni partecipate pariteticamente da queste ultime, da associazioni di rappresentanza datoriali, e presso le regioni ai fini dei contributi con finalità legate all’innovazione.

Accesso consentito anche alle società di consulenza, per le quali sono previste specifiche caratteristiche:

  • sede legale o unità locale attiva sul territorio nazionale e iscrizione al registro delle imprese della Camera di commercio territorialmente competente;
  • essere società di capitali;
  • non avere in corso procedura concorsuale, fallimento, liquidazione volontaria, amministrazione controllata, concordato preventivo, non aver subito condanne con sentenza definitiva o decreto penale di condanna divenuto irrevocabile, o sentenza di applicazione della pena su richiesta (patteggiamento) per una serie specifica di reati gravi, indicati nell’articolo 80 del dlgs 50/2016 (fra gl altri, associazione mafiosa, terrorismo, riciclaggio).
  • aver eseguito progetti di consulenza o formazione in una o più aree tecnologiche ed essere costituite da almeno 24 mesi. In alternativa, essere accreditate negli albi o elenchi dei consulenti in innovazione istituiti presso le associazioni di rappresentanza dei manager, le organizzazioni partecipate pariteticamente da queste ultime e da associazioni di rappresentanza datoriali, le regioni o le province autonome ai fini dell’erogazione dei contributi legati all’innovazione.

Infine, possono far parte dell’elenco ministeriale i centri di trasferimento tecnologico e i competence center industria 4.0 e gli incubatori certificati di startup innnovative.

Attenzione: le società di consulenza, i competence center e gli incubatori, quando si iscrivono devono segnalare i manager destinati allo svolgimento dell’incarico di consulenza (possono indicarne al massimo dieci).

Altra precisazione importante (sia per gli innovation manager sia per le PMI beneficiarie dell’agevolazione): ogni manager può accettare al massimo un incarico all’anno, ai fini dell’incentivo. Se quindi un’impresa si rivolge a un professionista che ha già effettuato analogo incarico presso un’altra impresa destinataria del voucher, non avrà diritto al contributo.

L’innovation manager deve avere un contratto di consulenza di almeno nove mesi, e ha il compito di «indirizzare e supportare i processi di innovazione, trasformazione tecnologica e digitale attraverso l’applicazione di una o più delle seguenti tecnologie abilitanti»:

  • big data e analisi dei dati;
  • cloud, fog e quantum computing;
  • cyber security;
  • integrazione delle tecnologie della Next Production Revolution (NPR) nei processi aziendali;
  • simulazione e sistemi cyber-fisici;
  • prototipazione rapida;
  • sistemi di visualizzazione, realtà virtuale e realtà aumentata;
  • robotica avanzata e collaborativa;
  • interfaccia uomo-macchina;
  • manifattura additiva e stampa tridimensionale;
  • internet delle cose e delle macchine;
  • integrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali;
  • programmi di digital marketing;
  • programmi di open innovation.

Oppure può indirizzare e supportare i processi di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali, attraverso:

  • l’applicazione di nuovi metodi organizzativi nelle pratiche commerciali, nelle strategie di gestione aziendale, nell’organizzazione del luogo di lavoro, a condizione che comportino un significativo processo di innovazione organizzativa dell’impresa;
  • l’avvio di percorsi finalizzati a: quotazione su mercati regolamentati o non regolamentati, partecipazione al Programma Elite di Borsa Italiana, apertura del capitale di rischio a investitori indipendenti specializzati nel private equity o nel venture capital, utilizzo dei nuovi strumenti di finanza alternativa e digitale quali, a titolo esemplificativo, l’equity crowdfunding, l’invoice financing, l’emissione di minibond.

Attenzione: gli ambiti tecnologici abilitanti appena descritti sono anche quelli a cui si devono riferire le esperienze degli innovation manager nelle imprese.