Una figura chiave nello sviluppo della strategia aziendale volta alla ottimizzazione dei servizi, il Facility Manager è sempre più ricercato nelle aziende italiane (+15%), come rivela Davide Boati, Executive Director di Hunters Group: utilizza i migliori strumenti e metodologie per influenzare le scelte dell’azienda in relazione a numerosi servizi, interni e non soltanto.
Può essere considerato uno dei maggiori influencer dell’azienda per cui lavora.
Un ruolo a tutto tondo, quindi, capace di incidere profondamente sulla struttura aziendale e che, grazie alla rivoluzione digitale, ha visto migliorare le proprie possibilità di espressione.
Tra le caratteristiche individuate da Hunters Group come necessarie per essere un buon Facility manager ci sono conoscenze tecniche di settore e un elevato grado di managerialità. Ma non possono mancare capacità organizzative, strategiche e relazionali per confrontarsi sia con i diversi dipartimenti interni aziendali, sia con l’esterno.
Obiettivo, ottimizzazione e valorizzazione di servizi, persone, flussi e persino progetti.
La digital transformation sta portando infatti a un ripensamento dei compiti del Facility Manager che, da funzione operativa, assume invece un ruolo più strategico, anche grazie a nuove tecnologie come IoT, data analytics, realtà virtuale e aumentata.
Un buon Facility Manager è in grado di incidere significativamente sugli economics delle aziende, sempre più chiamate ad investire per rendersi competivi sul mercato. In tutti gli ambiti operativi, dal Retail al Real Estate, dalla Ristorazione alla Manifattura.
Non solo: il Facility Manager diventa protagonista di un cambiamento culturale finalizzato alla brand reputation, alla fidelizzazione dei clienti, al posizionamento sui Social. In questo senso, è strategica la rinnovata attenzione ai temi della sostenibilità e ai progetti innovativi, ad esempio della ridefinizione di spazi e modalità di lavoro.