I commercialisti sono in crisi: inizia così il comunicato congiunto diffuso da due associazioni di categoria, ADC e ANC, che annuncia l’astensione collettiva per il periodo compreso tra il 29 aprile/3 maggio 2019. Dietro la proclamazione dello sciopero, definito come una misura estrema che non pregiudica una costante apertura al dialogo con le Istituzioni – figurano diverse ragioni.
In primis le difficoltà di gestione degli studi professionali e le innumerevoli scadenze d’imposta.
Secondo i professionisti, inoltre, l’ampliamento della platea degli esperti coinvolti nelle procedure di crisi e insolvenza – con l’inclusione di soggetti il cui ordinamento della professione non prevede le specifiche competenze – rischia di svilire il ruolo dei commercialisti che, come sottolinea la nota, sono costretti a:
fare i conti con provvedimenti inadeguati, responsabilità crescenti, riconoscimenti nulli.
Tra le incertezze che caratterizzano la professione allo stato attuale, inoltre, è necessario annoverare anche la ritardata ufficializzazione del provvedimento di proroga al 30 aprile di spesometro ed esterometro.
Anche sul fronte della fattura elettronica, sottolineano ADC e ANC nel comunicato congiunto, l’Amministrazione finanziaria non sembra avere ancora maturato la consapevolezza delle criticità esistenti.