Per i laureati nelle discipline STEM, relative ai percorsi disciplinari di ingegneria, geo-biologico, architettura, scientifico e chimico-farmaceutico, le opportunità occupazionali sono molto elevate seppure con alcune disparità di genere.
I Rapporti 2018 sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati stilati da Almalaurea, infatti, permettono di valutare le performance formative e professionali dei laureati magistrali in ambito STEM rilevando un tasso di occupazione complessivo pari all’89,3% (con un +4,1 di punti percentuali rispetto ai laureati non STEM).
Va meglio per gli uomini, i quali trovano lavoro nel 92,5% dei casi contro l’85% delle donne.
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Sono i laureati STEM dei gruppi economico-statistico (94,8%) e ingegneria (94,6%), inoltre, a beneficiare di maggiori opportunità professionali.
Secondo il rapporto, a cinque anni dal conseguimento del titolo di studio i laureati in discipline tecnico-scientifiche STEM percepiscono una retribuzione mensile netta pari a 1.571 euro (il 16,4% in più rispetto ai laureati non STEM), sebbene anche in questo caso si rilevi un gap di genere.
Per quanto riguarda gli ambiti lavorativi, i laureati di secondo livello in ambito STEM sono occupati prevalentemente nel settore privato (83,7%, solo il 14,3% nel settore pubblico), mentre è il comparto dei servizi ad attirare il maggior numero di talenti (48,4%).
Il 10,5% è occupato in istruzione e ricerca, seguito dal ramo consulenze e settore informatico (8,1 e 7,6%, rispettivamente). L’industria assorbe il 48,8% (cinque volte tanto rispetto ai non STEM), prevalentemente nei rami progettazione edilizia (19,0%), metalmeccanica e meccanica di precisione (12,7%), chimica ed energia (9,5%).