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Carriera forense: avvocati insoddisfatti

di Teresa Barone

25 Giugno 2018 08:46

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Fotografia dell’avvocatura italiana e dei suoi professionisti: reddito medio, gap di genere, aspettative passate e prospettive future.

Quanti sono gli avvocati attivi in Italia? Di quanto è aumentato il reddito medio negli ultimi anni? Quali sono le aspettative future dei professionisti del Foro? A queste e altre domande risponde l’ultima edizione del “Rapporto annuale sull’avvocatura italiana” realizzato dal Censis per la Cassa Forense.

Il numero degli iscritti all’Ordine è aumentato di 160mila unità tra il 1995 e il 2017, sebbene l’incremento sia stato appena percepibile nel corso dell’ultimo anno preso in esame.

Se il reddito medio annuo degli iscritti alla Cassa Forense nel 2015 non aveva subito variazioni da quello stimato vent’anni prima, nel 2016 si è registrato un aumento medio pari a 38.437 euro. Se a vantare redditi medio alti sono i professionisti maschi residenti nel Nord Italia, le colleghe donne del Centro Sud devono invece accontentarsi di compensi sotto la media nazionale.

In generale, solo gli avvocati con età compresa tra i 70 e 74 anni ad aver visto aumentare il proprio reddito in modo evidente.

La professione di avvocato rimane una delle più autorevoli agli occhi degli italiani, tuttavia sono gli stessi avvocati a considerarsi delusi dalla carriera forense tanto da lamentare una perdita di prestigio dell’avvocatura causata dai comportamenti opportunistici tenuti da molti colleghi di fronte alla crisi. Secondo i professionisti del foro, inoltre, l’esperienza lavorativa effettiva non ha soddisfatto le aspettative nutrite durante gli anni della formazione, tanto che il 30% degli stessi sconsiglierebbe a uno studente di intraprendere la professione forense.

A fare il punto, Nunzio Luciano, presidente di Cassa Forense e vice presidente vicario Adep.

Fra i problemi che emergono con più evidenza c’è la riduzione del numero di iscritti ai Dipartimenti di Scienze giuridiche delle università italiane. Tema che induce a chiederci perché la professione forense non è più così attrattiva soprattutto per i giovani. Colpisce che accanto alle ragioni economiche vi sia anche una certa sfiducia da parte della popolazione nei confronti del servizio giustizia.

È importante, nel contempo, che nella scelta di un avvocato pesi la fidelizzazione con il cliente e la competenza, anche se dai dati emerge una fiducia condizionata spesso all’esito positivo della prestazione professionale.