Le professioni ingegneristiche e sanitarie occupano rispettivamente il primo e il secondo posto della classifica che prende in considerazione il tasso di occupazione dei laureati in Italia a cinque anni dal conseguimento del titolo di studio.
Questi e altri sono i dati messi in evidenza dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea nell’ambito della ventesima edizione dei “Rapporti 2018 sul Profilo e sulla Condizione occupazionale”, indagini che hanno analizzato le performance formative e occupazionali di una platea di oltre 276mila laureati nel corso del 2017.
Osservando i dati si nota infatti una certa disparità tra i vari gruppi disciplinari per quanto riguarda la condizione occupazionale dei laureati magistrali biennali del 2012: se per gli ingegneri, i medici e i professionisti della sanità ma anche i laureati in ambito economico-statistico il tasso di occupazione supera il 90%, a collocarsi al di sotto della media sono le percentuali che riguardano l’occupazione dei gruppi giuridico, geo-biologico e letterario.
I rapporti AlmaLaurea forniscono informazioni dettagliate anche sulle retribuzioni, segnalando compensi più elevati per i laureati di ingegneria, i colleghi del gruppo scientifico e del chimico-farmaceutico. Meno cospicue le buste paga dei laureati appartenenti ai gruppi psicologico, insegnamento e letterario.