Svolgere un lavoro inadeguato rispetto al percorso di studi completato rappresenta una condizione comune a 1,5 milioni di laureati e diplomati attivi in Italia, con età inferiore a 34 anni. Secondo il Rapporto Censis-Eudaimon relativo al Welfare aziendale, infatti, nel corso del 2017 il 32,4% dei laureati deve accontentarsi di un’occupazione che non consente di mettere a frutto quanto appreso durante il percorso accademico, mentre il 41,2% dei diplomati svolge un impiego che non si allinea con gli studi.
Soffermandosi sulle modalità di ricerca di lavoro, il report sottolinea come nel 2017 il 26,4% dei laureati si sia rivolto ai centri per l’impiego per trovare un’occupazione mentre nell’80,7% dei casi ha prevalso l’invio del Curriculum Vitae alle aziende seguito dal colloquio di lavoro. Se l’84,9% si è rivolto agli amici e ai conoscenti, il 9% ha partecipato a un concorso pubblico. Solo l’1,7%, infine, ha avviato un’attività di lavoro autonomo.
Da questa trappola per i giovani, come la chiama il Censis, bisogna uscire – afferma Alberto Perfumo, Amministratore Delegato di Eudaimon –. Un ruolo importante possono giocarlo le imprese, mettendo a disposizione dei figli dei loro collaboratori strumenti e percorsi dedicati all’orientamento. Penso a soluzioni che stimolino il confronto, che rafforzino la consapevolezza delle potenzialità di ognuno e, in definitiva, aiutino a fare scelte informate. Soluzioni che le imprese più virtuose possono estendere al di fuori dei propri uffici e stabilimenti, e aprire ai ragazzi dei territori in cui opera l’impresa, collaborando a quella novità della scuola italiana chiamata alternanza scuola-lavoro.