Il 2017 è stato un anno positivo dal punto di vista retributivo in Italia, caratterizzato da una crescita del potere d’acquisto e dei compensi. Un trend che sembra proseguire anche nel 2018, secondo quanto sottolinea la ventunesima edizione dell’Osservatorio Annuale di Willis Towers Watson, basato su un database di circa 500 aziende a livello nazionale.
A crescere nell’anno in corso saranno soprattutto le retribuzioni di dirigenti e quadri, mentre a livello settoriale i maggiori sviluppi si avranno nel comparto dei Media e, secondariamente, nei servizi finanziari. L’aumento dei compensi in Italia, inoltre, si allinea con quanto avviene in altri Paesi europei come Francia, Germania e Olanda.
Osservando più da vicino i dati relativi alla RAL (retribuzione annua lorda), il dato medio per il 2018 è pari a 138mila euro lordi ma questo valore sfiora i 150mila euro per il settore Financial services. Se per i top manager del Farmaceutico la RAL è pari a 149mila euro, i colleghi dei Media percepiscono 139mila euro. Sotto i valori medi si trovano, invece, i direttori delle aziende del ramo Energy con 135mila euro e del comparto Retail con 125mila euro.
I direttori del settore finanziario – afferma Rodolfo Monni, Responsabile delle Indagini Retributive – beneficiano di una struttura retributiva, che negli ultimi anni può aver subito dei limiti per quel che concerne la componente fissa, ma hanno una componente variabile legata ai risultati che può pesare di un’ulteriore 50%, con la conseguenza che i top manager di banche e assicurazioni guadagnano il 20% in più rispetto alla media del mercato.
Per quanto riguarda il gap tra i due sessi, la forbice si attesta intorno al 5% ma il divario aumenta fino al 10% per i ruoli più importati, tanto che l’85% dei top manager è di sesso maschile, contro il 15% femminile.