Donne top, non solo Marcegaglia

di Barbara Weisz

28 Ottobre 2009 08:00

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La presidente degli industriali è per la prima volta una donna, ma non è l'unica ai vertici delle istituzioni economiche e finanziarie. Negli ultimi anni, nomine al femminile anche in Bankitalia e Piazza Affari

Confindustria, la Banca d’Italia, Borsa Italiana. Tre delle più prestigiose espressioni del mondo economico e finanziario italiano hanno, per la prima volta nella loro storia, una donna al comando o nelle più alte cariche direttive. L’associazione degli industriali è presieduta da Emma Marcegaglia, la banca centrale ha Anna Maria Tarantola come vicedirettore generale, in Piazza Affari Janet Cohen è la vicperesidente. Tutte queste nomine al femminile sono avvenute negli ultimi due anni.

Emma Marcegaglia è stata designata alla presidenza dell’associazione degli imprenditori nel marzo del 2008, con un voto quasi unanime. La prima esponente del gentil sesso sulla poltrona più alta di Viale dell’Astronomia dopo 98 anni di storia è un’imprenditrice dell’acciaio, l’azienda di famiglia è al decismo posto nella classifica delle maggiori industrie italiane. Laureata in Bocconi, master a New York University, è entrata giovanissima in Confindustria, a 21 anni ha ricoperto, fra le altre cose, la carica di presidente dei giovani.

Janet Cohen, vicepresidente di Borsa Italiana, ha esordito in questa posizione in seguito alla fusione con il London Stock Exchange, di cui è non executive director. Signora di nobili natali, è baronessa, è una pari d’Inghilterra che quindi siede nella Camera dei Lords (per la precisione, è una delle 149 donne che fanno parte della Camera Alta del Parlamento britannico, dove gli uomini sono 588). La sua è una carriera di tutto rispetto nel mondo della finanza. E’ fra le altre cose, non executive director di Management Consulting Group e Inviseo Media Holding, ed è stata cairman di Bpp Holdings e Advisory director di Hsbc Investment Bank.

Anna Maria Tarantola è stata nominata vicedirettore generale di Bankitalia nel dicembre del 2008, e ha poi assunto la carica all’inizio del 2009. È la prima donna a far parte del direttorio della banca centrale, composto da cinque membri. Laureata in Economia e Commercio all’universtà Cattolica, master alla London School of Economics, è entrata in Bankitalia nel ’71, nella sede di Milano (dove ancora oggi vive con la famiglia, dividendosi fra la capitale lombarda e Palazzo Koch), e ha fatto carriera nell’istituto fino a diventare capo della Vigilanza (carica che ricopriva quando è stata nominata vicedirettore generale).

È interessante ricordare un intervento che proprio Anna Maria Tarantola ha dedicato, nel marzo del 2008, al ruolo femminile nel mondo del lavoro, significativo già dal titolo: lo stereotipo in azienda. L’idea di fondo, spiega la manager, è che «gli stereotipi di genere, insieme ad altri fattori discriminanti, siano perniciosi sia sul piano macroeconomico, per la crescita del paese, sia per le organizzazioni produttive, sul piano microeconomico”. La conclusione, in estrema sintesi, è che “gli stereotipi facciano parte di una cultura d’azienda desueta, non in linea con i canoni di trasparenza ai quali le imprese sono chiamate ad attenersi su diversi fronti, da quello contabile a quello della coroporate governance. Non consentono il pieno sviluppo della competizione interna e l’affermazione del merito, limitano l’efficace impiego di tutte le risorse».