Lo scorso 19 novembre ricorrevano 100 anni dalla nascita di Peter Ferdinand Drucker uno dei più noti studiosi di management del ‘900. Dopo di lui ci sono stati solo pochi studiosi, veramente autorevoli, di management.
Nato a Vienna, frequentò le università di Amburgo e Francoforte dove si laureò nel 1931. Iniziò a lavorare come giornalista economico e finanziario al Frankfurter General Anzeiger. Nel 1933 si trasferì in Inghilterra dove iniziò a svolgere attività di consulenza.
Nel 1937 andò a vivere a New York per sfuggire alle persecuzioni razziali e continuò a vivere negli Stati Uniti fino all’11 novembre 2005, giorno della sua morte. Nel 1939 pubblicò il suo primo libro “The end of the Economic Man: the origin of totalitarism”. Esso fu il primo di una lunga serie di testi tradotti in moltissime lingue. Inoltre, Drucker collaborò con le più importanti testate economiche: The Economist, The Wall Street Journal, Harvard Business Review.
Insegnò politica e filosofia al Bennington College per diventare poi docente di management alla Graduate Business School di New York. Dal 1971 divebbe clarke professor of social science alla Claremont Graduate School. Drucker viene ricordato in quanto è senza dubbio uno dei padri della teoria del Management by objectives (MBO). La guida per obiettivi è un metodo che consiste nell’assegnare dei concreti obiettivi a tutti gli impiegati e nel misurare periodicamente i risultati conseguiti rispetto agli obiettivi posti.
A questo concetto Drucker affianca anche quello di missione etica del manager che rappresenta lo strumento pratico che permette la corretta applicazione del MBO.
L’MBO rappresenta una vera e propria rivoluzione rispetto al metodo di conduzione delle aziende dell’epoca nelle quali non venivano assegnati obiettivi da perseguire al personale, se non per quello commerciale. Per quest’ultimo venivano fissati dei risultati da raggiungere: il perseguimento degli stessi portava al riconoscimento di un premio, in caso contrario veniva prevista una sanzione che poteva essere il mancato riconoscimento del premio o anche la rimozione dall’incarico. Però, non si procedeva in ogni caso a precisare come l’obiettivo fissato dovesse essere raggiunto.
Drucker, invece, introduce il concetto di misurabilità di tutte le prestazioni rispetto agli standard minimi prefissati. A questo cambiamento si affianca anche un nuovo ruolo del manager che, da esecutore esclusivo dei compiti di maggiore importanza e controllore dei propri collaboratori, diventa anche la figura preposta a spiegare a questi ultimi, come fare per raggiungere gli obiettivi loro assegnati favorendo la loro crescita personale e la loro motivazione.