Mobbing, malattia professionale

di Serena Frattini

21 Giugno 2010 08:00

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La via verso il riconoscimento, a livello europeo, delle vittime del mobbing

Secondo l’art. 582 del Codice Penale sulla lesione personale «Chiunque cagiona ad alcuno una lesione personale, dalla quale deriva una malattia nel corpo o nella mente, è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni».

Il mobbing si verifica quando un dipendente è continuamente soggetto a soprusi, perlopiù psicologici, che lo isolano nell’ambiente lavorativo sino ad allontanarlo, portandolo a dare le dimissioni o arrivare a un pensionamento prematuro. Questo crea nella vittima stati d’ansia, stress, problemi psichici che si riflettono anche nella sfera personale.

Isolamento, perdita di stima, depressione fino ad arrivare, nei casi più gravi, a tendenze suicide, sono tra gli effetti riscontrati sul lavoratore mobbizzato. Il mobbing strategico è utilizzato volontariamente dalle aziende per allontanare un soggetto scomodo: appartenente a un reparto che deve essere dismesso, o a un a gestione precedente una fusione, soggetti divenuti troppo costosi o ridontanti.

Nell’atto pratico, si isola il soggetto mediante diverse situazioni:

  • privandolo del computer, del telefono;
  • bloccando il flusso di informazioni necessarie al lavoro;
  • attribuendo incarichi non adatti alle competenze;
  • estromettendolo dalle decisioni;
  • attraverso critiche generiche con rifiuto a dare spiegazioni;
  • attraverso ossessivo controllo dell’orario di lavoro;
  • attraverso minacce di trasferimento;
  • usando un tono arrogante in presenza di colleghi;
  • attraverso valutazioni di profitto non adeguate al lavoro svolto.

Per parlare di mobbing è necessario che si verifichi la presenza di alcuni parametri:

  • frequenza continua di soprusi, non isolati;
  • durata del fenomeno, ripetuto in un tempo di almeno sei mesi;
  • differenza di potere tra aggressore e vittima;
  • obiettivo finale: accantonamento della vittima;
  • impossibilità a difendersi: il mobbizzato non ha né possibilità né capacità di rispondere ai soprusi.

La presenza di questi parametri porta alla perdita di autostima della vittima, conseguente isolamento e spesso depressione. Nonostante la legislazione in Italia sottolinei la tutela della salute del lavoratore, non esiste ancora una normativa specifica che protegga le vittime di mobbing.