Torna a scendere nel mese di aprile il clima di fiducia delle imprese: secondo quanto diramato da Istat, l’indice destagionalizzato dello stesso, in relazione al settore manifatturiero, si è attestato a 89,5, in netto calo dunque rispetto a quanto visto nel mese di marzo, quando si era a quota 91,1.
Trattasi del livello più basso raggiunto da ottobre 2009, con attese che peggiorano circa la produzione e invece i saldi dei giudizi sugli ordini e sul livello delle scorte di magazzino rimangono invariati. Nello specifico, nel comparto della produzione di beni strumentali l’indice scende da 89,1 a 87,1, in quello dei beni di consumo da 94,0 a 93,3 e in quello dei beni intermedi da 89,5 a 87,7.
La colpa è della crisi e, soprattutto, delle prospettive future: secondo le consuete domande trimestrali sulla capacità produttiva, nel primo trimestre del 2012 il grado di utilizzo degli impianti è sceso al 70% contro il 70,5 del trimestre precedente, dunque una leggera flessione, registrata anche nella durata della produzione sulla base del portfolio ordini, scesa da 3,1 a 3 mesi.
Aggiunge l’Istat come la quota di operatori che segnala la presenza di ostacoli all’attività produttiva sale dal 44% al 52%, e soprattutto è cresciuta l’incidenza di coloro che hanno segnalato l’insufficienza della domanda e i vincoli finanziari. Nel comparto dei servizi, sono peggiorati i giudizi sugli ordini. Nelle costruzioni, invece, migliorano i giudizi sugli ordini e/o sui piani di costruzione, mentre peggiorano le attese sull’occupazione.
Infine, si segnala come l’indice della fiducia economica sia calato ad aprile anche nell’Eurozona: l’indicatore Esi è sceso di 1,7 punti ed è giunto a quota 92,8, riportandosi ai valori di dicembre e dunque annullando di fatto quanto buono si era verificato nel primo trimestre del 2012.