Un salario di base per i collaboratori a progetto e una piccola indennità di disoccupazione per i lavoratori a progetto: è quanto prevedono i nuovi emendamenti al ddl per la riforma del lavoro, che sono stati presentati dai relatori Maurizio Castro e Tiziano Treu in commissione al senato.
In tutto, questi emendamenti al ddl per la riforma del lavoro sono sedici e prevedono una serie di modifiche atte a migliorare la situazione dei dipendenti italiani. Figurano infatti, ad esempio, modifiche sulla flessibilità in entrata e restrizione dei parametri che consentono di identificare le false partite Iva.
Per quanto riguarda i Co.Co.Pro, ovvero i lavoratori parasubordinati, è in arrivo una sorta di salario base: verrà individuato un parametro economico per una remunerazione nella media tra i minimi del lavoro autonomo e dei contratti collettivi. Tiziano Treu ha spiegato che il Partito democratico, in realtà, puntava ad ottenere la mini-Aspi, ma i vincoli finanziari non lo permettono e pertanto si è optato per una soluzione differente.
Nello specifico, vi sarà una fase sperimentale di 3 anni e successivamente si farà una verifica per valutare se trasformare la misura a regime. Secondo Treu, “in base ai calcoli fatti se si lavora tra i 6 mesi e un anno in media di avrà un assegno di circa 6 mila euro”. “Ai cocopro che hanno visto aumentare il carico retributivo di 6 punti non solo garantiamo il salario di base, per cui non ci perdono, ma è prevista anche qualcosa se perdono il lavoro. Il nostro obiettivo era arrivare subito alla mini Aspi, ma al momento non è possibile e quindi ci saranno due fasi: nella prima si rafforza molto l’attuale una tantum, per la disoccupazione”.
Tra le altre novità esplicate in queste ore, figura quella relativa al contratto a tempo senza causale, che sale a un anno e può essere stipulato senza che vi siano specificati i requisiti per i quali viene richiesto. Trattasi dunque di un aumento temporale di ulteriori sei mesmi.
Arriva inoltre il tetto che mette al sicuro dalle false partite Iva, con un limite minimo che viene fissato a 18 mila euro di reddito lordo annuo. “Abbiamo lievemente emendato le misure e le caratteristiche degli indici di rischio previsti”, spiega Castro, concludendo con le seguenti parole: nel caso in cui vi sia un percorso formativo o professionale significativo, in presenza di un reddito complessivo da lavoro autonomo annuo lordo non inferiore a 18.000 euro, vengono escluse tutte le presunzioni”.
A margine della notizia, si riporta un’intervista che Mario Monti ha rilasciato all’emittente turca Trt Turk, dove ha parlato della crescita dell’economia necessaria a una stabilità finanziaria: “Credo che l’Unione europea debba mantenere un impianto di disciplina della finanza pubblica che non deve essere messo in discussione ma bisogna dare grande importanza anche a nuove iniziative per la crescita non solo per creare occupazione ma anche perchè in economie che non crescono è difficile mantenere la stabilità della finanza pubblica”.