“La banca ha più personale di quanto dovrebbe: non ce lo possiamo più permettere. Abbiamo 100 dirigenti di troppo“. Commenta così Alessandro Profumo, presidente di Monte dei Paschi di Siena, durante una recente intervista rilasciata a L’Espresso, circa il nuovo piano strategico messo in atto dall’istituto di credito per “tagliare i costi e lavorare per ottenere ricavi dai nuovi servizi”.
Monte dei Paschi di Siena dovrà tagliare costi per circa 600 milioni di euro, “metà dei quali sono costi del lavoro, ma una parte si sposta nella voce “altri costi”: sono i 2.360 colleghi del back office che vanno a lavorare in una società che ci venderà i suoi servizi”, precisa il presidente Profumo.
L’istituto vuole tornare ad avere un flusso di dividendi da usare e il taglio degli stipendi sarà una mossa necessaria per giungere a questo importante obiettivo, poiché “se non torna una redditività accettabile, (Mps, ndr) dovrà aggregarsi con qualcuno: la Fondazione sarebbe obbligata a far aggregare la banca per ripagare i debiti che ha e sarebbe un peccato”.
Profumo dirama anche qualche dettaglio aggiuntivo sul piano strategico, il quale secondo il presidente “riduce l’attività del bilancio: questo significa meno ricavi da margine di interesse, dunque occorrerà tagliare i costi e lavorare per ottenere ricavi da nuovi servizi. Obiettivo complesso in una struttura con un basso orientamento a premiare il merito”.
Profumo critica in particolare un sistema di retribuzioni “piuttosto uguali per tutti: se voglio premiare qualcuno, il contratto integrativo aziendale mi obbliga a premiare anche gli altri. E detta legge su avanzamenti di carriera, provvidenze per i trasferimenti, permessi sindacali abnormi. Tutto questo andrà rivisto“. Rivoluzioni in arrivo dunque per Monte dei Paschi di Siena e per la sua dirigenza: bisognerà apportare cambiamenti nella struttura, altrimenti ci saranno provvedimenti anche per la direzione generale.
Qualora il presidente non dovesse riuscire a sistemare tale situazione, l’indipendenza della banca potrebbe essere a serio rischio. Insomma, intanto si procederà ad abbassare gli stipendi dei dirigenti con criteri più meritocratici, e se qualcuno non accetterà “vuol dire che non fa al caso nostro, e i dirigenti si possono licenziare”.