In Spagna e nel Regno Unito hanno calcolato le differenze salariali medie tra uomini e donne con le stesse mansioni lavorative, con risultati che se non sorprendono a livello concettuale, sorprendono sotto il profilo della quanità di denaro che i maschi percepiscono più delle loro colleghe.
Le disparità sono pertanto state calcolate al centesimo: nella penisola iberica, è stato un istituto di ricerche a render noto che le lavoratrici guadagnano ogni anno, in media, 7mila euro in meno dei colleghi maschi. Tutto ciò a parità di mansione e di livello di formazione. Questa “brecha salarial” – o divario salariale per tradurre alla lettera un termine castigliano – aumenta con il crescere delle posizioni dirigenziali: agli alti livelli, pertanto, gli stipendi sono particolarmente diversi.
Emblematico, a tal punto, quanto pubblicato questo mese nel Regno Unito: qui, un sondaggio effettuato dalla Chartered Management Institute (un’associazione di manager fondata nel 1947) su 39mila figure professionali di alto livello appartenenti a entrambi i sessi ha mostrato che nella loro carriera dirigenziale le donne percepiscono una media di 423.390 sterline in meno di un collega uomo, cifra equivalente a più di 520mila euro, cifra con la quale – tanto per dare un’idea – si potrebbe acquistare un appartamento in una zona di prestigio di una grande città.
Naturalmente il confronto è stato effettuto considerando mansioni simili tra categorie lavorative che andavano dallo junior all’executive. E nel Regno Unito, la differenza salariale annuale è ancora più elevata che nella penisola iberica visto che raggiunge le 10mila sterline, pari a 12.300 euro. Discorso simile anche per i bonus aziendali, che vedono privilegiare il cosiddetto sesso forte.
Nella sua valutazione, l’istituto di ricerche spagnolo ha sottolineato che “dietro alla decisione aziendale di remunerare più gli uomini attraverso bonus e promozioni c’è anche un modello di società che ha ben definito i ruoli differenti tra i sessi“.
Come in ogni statistica, occorre fare alcune considerazioni: la “brecha salarial” di cui si parla non è data solo dal diverso stipendio ma anche dal fatto che molte donne scelgono di lavorare un numero inferiore di ore. Per salvaguardare i diritti delle lavoratrici in rosa discriminate, la legge spagnola prevede la possibilità che chi si sente danneggiato possa ricorrere al tribunale del lavoro, anche se tuttavia è difficile dimostrare tali disparità in quanto le imprese spesso si difendono dicendo che gli impiegati hanno mansioni – e pertanto retribuzioni – diverse.
Nel Regno Unito, oltre che in Spagna e probabilmente anche in Italia, le cose per le donne manager vanno male anche in caso di crisi e di conseguente necessità di effettuare tagli del personale dirigenziale: in questo caso, i direttori d’azienda di sesso femminile hanno più del doppio delle probabilità di essere licenziate rispetto ai CEO maschi.