Un’azienda ha il diritto di licenziare un dirigente se si vengono a verificare determinate condizioni che legittimano la chiusura anticipata del contratto. In particolare, sono tre queste condizioni e sono state esplicitate tramite una sentenza della Cassazione, la numero 25145, depositata il 23 dicembre del 2010.
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Sono i seguenti tre motivi per i quali un dirigente può essere licenziato dalla propria azienda, ovvero “inadeguatezza alle aspettative riconoscibili ex ante”, “deviazione” dalle direttive generali e un errato “comportamento extra-lavorativo” che possa incidere sull’immagine aziendale stessa. Quando viene a mancare la fiducia, dunque, o quando si verificano queste condizioni, il licenziamento diviene legittimo.
La Sezione lavoro della Cassazione ha stabilito che la disciplina che limita il potere di licenziamento non può essere applicata ai dirigenti convenzionali e apicali, ai vertici dell’azienda e ai dirigenti medi o minori. Per questi ultimi, le tre circostanze sopra esplicate possono rappresentare un valido motivo di rottura del rapporto di fiducia e dunque portare a un licenziamento.
Qualora una di queste tre condizioni si verificasse, ne deriverebbe infatti una minore utilità del dirigente, cosa che giustificherebbe la sua uscita dal management aziendale.
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